Prime dosi “simboliche” già a Capodanno, le altre con la Befana, ma mancano milioni di fiale all’appello
di Redazione

Se, come sembra probabile, già il 21 dicembre Ema darà l’approvazione al vaccino Pfizer-BionTech, cioè in anticipo rispetto ai pronostici, le 3,4 milioni di dosi previste per gennaio (40 milioni in meno delle 202 attese, a causa del forfait di Sanofi/Gsk) potrebbero arrivare in due tranche. La prima addirittura entro Capodanno: una fornitura “simbolica”, tra le 2mila e le 10mila fiale, per quello che è già stato battezzato come il V-Day, il giorno d’avvio della gigantesca campagna sanitaria in contemporanea europea. La Befana ci porterà le restanti dosi per i primi 1,7 milioni di italiani. Naturalmente l’ok dovrà avvenire senza fretta e «nel rispetto di tutte le procedure di sicurezza», sottolinea il ministro della Salute Roberto Speranza. I tecnici sono quindi già al lavoro su un possibile calendario. Dopo il disco verde dell’Agenzia Ue per il farmaco, il 23 arriverebbe quella dello Commissione e della nostra Aifa. A quel punto Pfizer riceverà gli ordini e consegnerà le prime dosi “testimonial” in 2/3 giorni, proprio a ridosso del 31 dicembre. Quindi gli spot con i primi vaccinati, coinvolgendo qualche volto noto tra i tanti che hanno già dato la loro disponibilità a sottoporsi al siero in diretta tv. Il grosso della campagna partirà quindi dall’Epifania, e riguarderà anzitutto personale sanitario e anziani delle Rsa.
Ma tutti gli altri 50 milioni di cittadini? I sieri delle altre aziende sono ancora in via di approvazione. Come Moderna, che dovrebbe venderci circa 10milioni di dosi nell’arco di tutto il 2021, mentre le forniture di AstraZeneca sono slittate a giugno, sempre per questioni legate ai tempi tecnici di sperimentazione e autorizzazione al commercio. Se ci fossero altri slittamenti, all’Italia mancherebbero l’anno prossimo circa 80 milioni di dosi utili a sviluppare nella popolazione quell’immunità “di gregge” che relegherebbe per sempre il Coronavirus tra gli spettri del passato. Il vaccino è ormai l’unica speranza per liberarci finalmente dall’incubo ma, bene che vada, ci vorrà più di un anno per arrivare a questo traguardo. «È molto importante dire che non ci sarà il vaccino immediatamente per tutti — avverte il direttore della Prevenzione, Gianni Rezza —. Dovremo all’inizio stabilire delle priorità però a poco a poco le dosi aumenteranno, tanto da coprire gran parte della popolazione. E quando si raggiungerà una certa quota, il 60-70% della popolazione, si riuscirà a rendere più difficile la circolazione virale». A livello mondiale, rischia di non accedervi una persona su 4. La strada è lunga, ed è meglio saperlo subito.
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