Il flop di Tesla, fra concorrenza cinese e problemi reputazionali di Elon Musk.
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Se il calo delle vendite globali (il primo della storia della Tesla) può essere attribuito soprattutto a fattori industriali (una flessione 2024 dell’1-2% a fronte di una crescita del mercato mondiale dell’auto elettrica del 25%), la netta diminuzione delle vendite negli Stati Uniti (-7%) e il crollo a gennaio in Europa (-45%) indicano una disaffezione dei clienti anche per l’impegno politico di Musk.
Intaccato il valore del brand Tesla: in Germania, dove Elon sostiene l’AfD, parte una campagna nella quale la Tesla viene definita swasticar. Ovunque manifesti con Musk a mezzobusto che spunta dal tetto di una delle sue vetture col braccio teso del saluto romano: a febbraio le vendite di Tesla sono precipitate addirittura a -76% (mentre in Francia il calo è stato nello stesso mese del 25% e in Cina del 49).
A Natale Elon Musk sembrava un master of the universe: grande finanziatore e propagandista della campagna vittoriosa di Donald Trump che lo trattava da copresidente. Incaricato di demolire e ricostruire lo Stato con strutture più leggere ed efficienti, sembrava poter trarre dal suo ruolo politico enormi vantaggi per sé e per le sue aziende: i vecchi avversari di big tech — da Jeff Bezos di Amazon a Sam Altman di OpenAI — lo vezzeggiavano mentre il valore dell’azione Tesla era più che raddoppiato in pochi mesi, fino al picco di 440 dollari. Il momento più inebriante per Elon era arrivato prima, nella serata dell’elezione presidenziale, quando Trump dedicò quasi metà del discorso della vittoria ad elogiare lui e il suo genio industriale. Da allora, però, per l’imprenditore arrivato dal Sudafrica sono cominciati i guai, a cominciare dal crollo del valore della Tesla (ora scesa intorno ai 260 dollari): i mercati si sono accorti che l’alleanza con Trump non solo non bastava a nascondere il fiato grosso di un’azienda con modelli molto costosi e bisognosi di aggiornamento che fatica a contenere una concorrenza cinese sempre più aggressiva, ma è diventata addirittura controproducente.