Con le sue mille maschere
di Redazione


Ragusa – Un concerto che è anche uno show musicale e teatrale, ma anche un momento di impegno e denuncia sociale contro i tanti mali del Paese. Così il concerto di Caparezza ieri sera a Ragusa.
Un uomo, Caparezza, e poi mille maschere sul palco per raccontare il bello e il marcio di una società che vive troppo frettolosamente per accorgersi della stessa essenza del vivere quotidiano.
Caparezza lo spiega e lo racconta tra tanti travestimenti scenici e con le sue canzoni piene di testo e ritmo che fanno saltare migliaia di persone sul prato del campo di calcio di contrada Selvaggio. Il concerto è subito una festa da ballare. Fin dall’inizio, quando il Capa esce fuori da una cassapanca portata da un fantomatico Babbo Natale. Uno scenario assolutamente visionario. Ma non manca nulla in quasi due ore di spettacolo che piace ed esalta le qualità artistiche del rapper pugliese, profeta anche sul futuro del mondo.
Nella canzone “La fine di Gaia” Caparezza si è abbandonato a riflessioni sui Maya e sulla fine del pianeta. Tra maschere tribali e figure primordiali di rettili, canta la fine del mondo come dice la previsione dell’antico popolo ma alla fine dice la sua: il mondo non finirà nel 2012. “Sono il tuo sogno eretico”, la canzone che dà il titolo all’album e al tour, lo vede cantare mentre è incatenato ad un albero gogna, per finire “bruciato vivo” alla fine del pezzo. Ma poi rientra, con un lenzuolo, pronto ad essere un fantasma che fa paura. Molto scenografica l’esibizione della canzone “Il dito medio di Galileo” che, dopo la sarcastica introduzione dell’artista, prevede l’arrivo di un dito medio gigante di cartapesta al centro del palco, per ricordare che l’unico pezzo del corpo dello scienziato conservato sino ai nostri giorni nel Museo della scienza di Firenze è proprio un dito medio. Come se Galilei, spiega il cantante, avesse voluto ribadire nei secoli alla Chiesa, che lo mandò al rogo, che “è la terra a girare intorno al sole, avevo ragione io! Questo è per voi!!”.
Il pubblico è in delirio e lo è anche quando Caparezza, con zainetto in spalle, canta “Goodbye Malinconia”, canzone tutta dedicata ai cervelli in fuga dall’Italia. Poi indossa un teschio gigante per la canzone “Ti sorrido mentre affogo” con la voglia di ricordare l’Otello di Shakespeare, trasformato in un irresistibile “Gioca Jouer”. Ed ancora un mix tra i brani dell’album eretico e i successi precedenti, da “Chi se ne frega della musica”, “La marchetta di Popolino”, “Non siete stato voi”, “Legalize the premier” fino all’immancabile “Vieni a ballare in Puglia”, ballata e cantata dalla folla. In mezzo, sul palco ci sono le parrucche settecentesche, la ghigliottina da rivoluzione francese, i costumi ricercati per uno show che prende in giro anche i social network. Lo fa con un Caparezza il cui viso viene rinchiuso in un quadrato, come fosse una foto, mentre con frecce tipiche del mouse e manine da “mi piace” il resto della band lo “tagga” a più non posso. Cambi di scena e di costumi frequenti per un “Vengo dalla luna” cantata dopo essere “atterrati” con la nave di Star Trek, abbigliamento futuristico compreso, ribattezzata in “Star Rezz”. Poi si va al finale ancora tra musica, canto e ballo per un pubblico che è variegato, dai giovani e giovanissimi alle famiglie con i bambini anche loro pronti a saltare per seguire la musica del Capa.
La tappa di Ragusa del tour è stata curata dalla Marcello Cannizzo Agency con il patrocinio della Provincia regionale di Ragusa, del Comune di Ragusa e del Consorzio Universitario Ibleo.
foto di Valentina Mazza e Marzia Iacono (Photoiama)
© Riproduzione riservata