Il servizio de Le Iene.
di Redazione

Monza – La vicenda di Sergio Bramini, l’imprenditore brianzolo che è finito sul lastrico nonostante un credito da parte dello Stato di oltre 4 milioni di euro, ha suscitato un grandissimo scalpore: un onesto imprenditore è finito sul lastrico a causa dei debiti non pagati dagli Enti Locali. Bramini, infatti, si occupava di smaltimento rifiuti (uno dei suoi creditori è la ATO Ragusa), un servizio che non può essere interrotto una volta firmato il contratto. Per sei anni, Bramini ha fatto il suo lavoro, ha ipotecato la casa e alla fine, nonostante il credito, è stato costretto a lasciare la sua abitazione. La vicenda è stata ampiamente documentata da Le Iene ed è andata in onda ieri sera.
La politica del nuovo governo Di Maio-Salvini si è dimostrata subito solidale con l’imprenditore, ma tutto ciò non è servito a nulla perchè il 18 maggio l’ufficiale giudiziario e la polizia si presentano a casa di Bramini. Un imprenditore si offre di prestargli i soldi per tenere la casa, emettendo un assegno, ma il curatore non è disposto a trattare. I presenti cominciano ad agitarsi, si incatenano alla casa di Bramini.
Pianti, urla, il pensiero per la moglie. Nulla da fare: le serrature vengono cambiate e Sergio Bramini piange disperato sulla spalla dell’inviato de Le Iene. Qualcuno urla: “Se un eroe” e Bramini risponde: “Non sono un eroe sono un pirla”. Poi: “Io non gli darò la soddisfazione di vedermi suicidato”. L’ultima immagine è quella di un uomo a bordo di un’auto, con poche valigie: ha affittato una casa, nella speranza di poter recuperare la sua. Sergio Bramini ha giurato di non arrendersi.
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