Cultura Aschaffenburg

Il Pompejanum. La ricerca storica di Cristiano Peluso. II parte

Diffusione dei modelli architettonici dell’antica Roma in Germania

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 8.     La passione di Ludovico I per l’Italia

Ludovico I nacque il 25 agosto 1786 a Strasburgo da Massimiliano I Giuseppe Wittelsbach, conte e futuro primo re di Baviera, e da Augusta Guglielmina di Assia-Darmstadt. Allo scoppio della Rivoluzione francese il padre, che comandava una guarnigione in Francia, fu costretto alla fuga in Germania con tutta la famiglia, cambiando più volte città per sfuggire all’avanzata dell’esercito rivoluzionario. In conseguenza di questi strapazzi, la madre si ammalò ai polmoni e ne morì nel 1796.

Gli sviluppi politici non conoscevano però sosta e Massimiliano I ereditò il titolo di Principe Elettore di Baviera, divenendo così Massimiliano IV Giuseppe. (1) Il suo primo atto di politica estera fu l’adesione, nell’ottobre del 1799, alla seconda coalizione antifrancese a fianco di Austria, Russia ed Inghilterra ma l’esito disastroso della battaglia di Hohenlinden (3 dicembre 1800) lo spinse ad abbandonare tale alleanza e ad avvicinarsi invece alla Francia, nonostante l’aperta contrarietà del figlio Ludovico a tale mossa. I vantaggi politici di questa scelta, per quanto moralmente discutibile, non tardarono ed a seguito della battaglia di Austerlitz del 2 dicembre 1805 e della pace di Presburgo, Napoleone eresse la Baviera in regno. L’autonomia del nuovo soggetto politico era in pratica nulla e Massimiliano fu costretto ad entrare nella Confederazione del Reno, una lega di piccoli Stati tedeschi nati dallo smembramento del Sacro Romano Impero e strettamente controllata dalla Francia.

Durante lo svolgersi di questi eventi, il giovane Ludovico alternava gli obblighi militari a quelli di studio e dal 1803 al 1804 frequentò l’Università prima a Landshut e in seguito a Gottinga studiando filosofia, giurisprudenza, storia, economia, matematica e scienze naturali.

Il primo viaggio all’estero, che si inquadra nella consuetudine del Grand Tour, fu per l’appunto in Italia e si svolse dal 12 novembre 1804 al settembre 1805 e condusse il Nostro fino a Napoli, facendo tappa a Venezia ed a Roma, ove egli frequentò la colonia di artisti tedeschi. Al ritorno in Baviera, Ludovico studiò latino e greco antico, come pure italiano, spagnolo ed inglese.

L’Italia lo aveva però ammaliato, e nel corso della vita vi si recò per ben ventisette volte, di cui diciannove a Roma, ove nel 1827 acquistò villa Malta. L’ultimo soggiorno fu nel 1867, e si congedò addolorato dalla Città Eterna, lamentando che il progresso tecnico l’avesse stravolta. (2)

Il suo amore per l’Italia gli dettò moltissime poesie (che faceva limare dal poeta Eduard von Schenk), ove celebra la gloria e la solennità degli antichi monumenti, l’amenità del paesaggio e la bellezza delle italiane; questi componimenti sono spesso composti in chiave di contrapposizione fra un nord e un sud ideali, tetro ed uggioso il primo, radioso ed allegro il secondo. A mero titolo di esempio possono citarsi alcuni versi di Süden und Norden:

Südwarts, südwarts geht die Richtung,

Südwarts meiner Seele Drang,

In dem Süden glüht die Dichtung,

Hält den Sterblichen kein Zwang

(vv. 1-4)

E più sotto, affinchè non residui alcuna possibilità di equivoco:

In dem Norden herrscht das Sorgen,

Immer durch die Not erneut,

Und das Denken an das Morgen,

Macht freudelos das Heut

(vv. 13-16) (3)

Fedele ai suoi ideali poetici, Ludovico rifiutò ogni matrimonio combinato, per quanto vantaggioso, e nel 1810 sposò per amore (ma non fu uno sposo fedele) la principessa Teresa di Sassonia-Hilburghausen. Pochi anni dopo, anche i suoi ideali politici sembrarono realizzarsi, in quanto a seguito della disfatta in Russia il sistema alleanze intessuto da Napoleone si sfaldò e con il trattato di Ried dell’8 ottobre 1813 la Baviera si impegnò a muovere guerra alla Francia: ormai nessun ostacolo sembrava frapporsi alla nascita di una nazione tedesca affrancata da dominazioni straniere, la cui identità politica era però ancora tutta da definire e già formava l’argomento di appassionati dibattiti. A queste discussioni non si mantenne estraneo Ludovico, il quale sostenne la necessità che il regno di Baviera si dotasse di una Costituzione, effettivamente concessa da Massimiliano I nel 1808 e sostituita nel 1818 da un’altra, ancora più avanzata. Su quest’ultima Ludovico giurò il 19 ottobre 1825, quando salì al trono dopo la morte del padre.

Il suo regno fu contraddistinto dal fermo rifiuto del riarmo e di avventure militari, dall’adozione di una politica interna favorevole alla Chiesa cattolica, nella quale Ludovico vedeva una bastione contro l’irreligiosità del XVIII secolo (responsabile secondo lui della Rivoluzione francese e di tutti i conflitti che ne erano seguiti), dall’istituzione dell’obbligo scolastico e di un sistema educativo articolato in scuole popolari, ginnasi e licei ma soprattutto da una infaticabile attività di mecenate, che cambiò il volto non solo della città di Monaco ma di tutta la Baviera nel segno di quel neoclassicismo che il re prediligeva.

I rapporti con le Camere furono sempre burrascosi, soprattutto nelle sessioni del 1831 e del 1842-1843, ma il sovrano rispettò comunque la Costituzione e la difese con successo contro tutti i tentativi di fargliela ritirare, operati sia da Metternich sia dal partito reazionario bavarese.

In politica estera Ludovico I si distinse per il concreto sostegno alla causa dell’indipendenza greca dai Turchi e nel 1832 con una sagace azione diplomatica riuscì a far salire il suo secondogenito Otto al trono del nuovo stato greco, che mantenne fino al 1862.

Per quanto il suo lungo regno fosse del tutto pacifico, la contestazione generale che scosse l’Europa nel 1848 non risparmiò la Baviera e a seguito di imponenti manifestazioni, prima dei soli studenti universitari e poi di larghi strati della popolazione Ludovico si convinse di non essere più amato dal suo popolo ed abdicò il 20 marzo 1848, pronunziando un discorso assolutamente pacato e conciliante.

Non rinunziò comunque al suo mecenatismo, pagando adesso di tasca propria artisti ed architetti, e riprese a viaggiare con la stessa frequenza dei suoi anni giovanili, spingendosi fino ad Algeri. Ormai raddolcitosi anche nei confronti dei Francesi, nel 1867 volle visitare l’Esposizione Universale di Parigi, poi si spostò a Nizza. Qui le sue condizioni di salute, fino a quel momento ottime, conobbero un repentino peggioramento e morì in quella città il 29 febbraio 1868, chiedendo invano di essere condotto in Italia per l’ultima volta.

Riposa nella chiesa di San Bonifacio a Monaco di Baviera, accanto alla moglie Teresa.

9 La dinastiadei Wittelsbach ebbe inizio il 16 settembre 1180 quando Federico I Barbarossa nominò il conte Otto di Wittelsbach duca di Baviera: Kraus 2013, p. 100. Nel 1623 il duca Massimiliano I di Baviera ricevette la dignità di Principe Elettore del Sacro Romano Impero, e il ducato fu eretto quindi in principato..

10 Scheffler 1981, pp. 9-13.

11  Macher 1980, p. 59.” A sud, a sud conduce la strada/ a sud la brama della mia anima/ nel Meridione arde la poesia/ e nessuna catena trattiene i mortali”, vv. 1-4, T.d.A.; “A nord domina l’affanno/ risuona sempre un nuovo allarme/ e di prima mattina le preoccupazioni/ ingrigiscono la giornata”, vv. 13-16, T.d.A. Il corpus poetico di Ludovico I, conservato presso la Biblioteca statale di Monaco di Baviera, consta di molte migliaia di poesie, la gran parte delle quali inedite ancora ai nostri giorni. Nel corso del XIX secolo fu però pubblicata un’antologia in cinque volumi dall’editore Cotta.

12 Per la vita di Ludovico I, Murr 2012 e altresì la voce Ludwig I delle Allgemeine Deutsche Biographie. Per il suo rapporto con l’arte, Putz 2014. 


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