Vi è stata negligenza da parte dei sanitari o le cuse della morte sono naturali?
di Redazione


Vittoria – Il pubblico ministero Santo Fornasier ha affidato l’incarico per eseguire l’autopsia sul corpo della signora comisana M.G.P. di 53 anni, morta lo scorso 19 ottobre all’ospedale “Guzzardi” di Vittoria dove si era recata per una colonscopia. La donna era ricoverata presso una cooperativa, insieme al figlio, dal mese di marzo, per problemi psichiatrici. Il magistrato titolare del fascicolo ha conferito l’incarico al medico legale Giuseppe Ragazzi ed al tossicologo Antonio Laudani, con termine di novanta giorni per rispondere sui quesiti relativi alle cause della morte e ad eventuali responsabilità. Il marito della donna, assistito dall’avvocato Gianluca Nobile, vuole esprimere solo il profondo dolore suo e della sua famiglia per la morte della signora, con rispetto per tutti i soggetti coinvolti, ma con fermezza, desidera conoscere la verità sulle cause della morte.
Come atto dovuto la Procura della Repubblica ha “avvisato” quattro persone trattandosi di accertamento tecnico irripetibile. Si tratta di F.D., vittoriese di 52 anni; M.T., ragusana di 36 anni; S.R., vittoriese di 42 anni e di M.C., nata a Vittoria ma residente a Ragusa, 64 anni, indagati per omicidio colposo. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Michele Sbezzi, Francesca Dipasquale, Massimo Ferrante e Vincenzo Ragazzi, i primi due professionisti sono del Foro di Ragusa, gli altri due del Foro di Catania. La denuncia presentata dal marito della donna deceduta, R.S. di 52 anni, comisano, tende solo ad accertare i fatti e non ha nessun fine persecutorio nei confronti dei quattro indagati, ovvero una dipendente della cooperativa dove era ricoverata la signora e tre medici dell’ospedale “Guzzardi” di Vittoria che hanno dichiarato di avere fatto tutto il possibile per salvare la vita alla donna. Naturalmente per avere il quadro della situazione occorrerà aspettare i canonici tre mesi.
Dopo il deposito dell’esame autoptico il magistrato deciderà se andare avanti con l’azione penale oppure archiviare il fascicolo se riterrà che la morte della donna sia avvenuta per cause naturali e non per negligenza ed imperizia degli indagati al momento avvisati solo perchè l’autopsia è un atto irripetibile e, quindi, non è utilizzabile contro chi non è stato messo nelle condizioni di essere presente all’esame con un proprio legale e con un consulente di parte. Nel caso specifico due degli indagati hanno nominato il loro medico di fiducia: il catanese Pietro Rinella, mentre gli altri due si sono riservati di nominare un consulente tecnico. Anche la persona offesa si è riservata di farlo.
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