15mila euro pubblici per una rassegna letteraria: dietro “l’Alchimia delle Parole” ci sono aperitivi, giornalisti e doppie associazioni.
di Gabriele Giannone
Ragusa – Una rassegna letteraria dal titolo evocativo, “Alchimia delle Parole – Caffè Letterario”, si trasforma in un caso interessante di spesa pubblica.
Il costo dell’evento, 15.000 euro, è stato finanziato integralmente dal Libero Consorzio Comunale di Ragusa, presieduto da Maria Rita Schembari, senza alcuna compartecipazione da parte dei promotori, come invece annuncia e recita la delibera finanziatrice dell’evento.
Nessuna voce infatti è rimasta fuori dal finanziamento pubblico: tutto, dai compensi professionali ai caffè serviti durante gli eventi, è stato coperto dai fondi dell’Ente. Una compartecipazione “totale”, insomma.
Secondo punto. Colpisce ancora di più la cautela del Dirigente dell’Ente quando avverte: “…fatte salve le responsabilità per danno erariale”. Nella parte finale della determinazione si legge un inciso che lascia trasparire una certa cautela amministrativa: la liquidazione avviene “fatte salve eventuali responsabilità per danno erariale in capo ai soggetti che hanno dato origine e causa alla spesa”.
Una formula tecnica, ma che — in un contesto di spesa integralmente pubblica e di doppia intermediazione associativa — non può passare inosservata.
Il documento ufficiale — Determinazione Dirigenziale n. 1083/147/2025, firmato dal dirigente del Settore Cultura è chiaro: la somma di 15.000 euro è stata interamente liquidata all’Associazione di Promozione Sociale “Viceversa” di Vittoria, che però ha a sua volta ha girato gran parte dei fondi a un’altra realtà, l’Associazione Culturale “Casamatta” di Ragusa, incaricata della “cura” e realizzazione del progetto.
Solo Casamatta, secondo le fatture allegate alla determinazione, ha incassato oltre 11.500 euro per la collaborazione.
Ma i costi non si fermano qui. Tra le spese figurano anche: 1.220 euro per dieci coffee break, ossia aperitivi e servizi di ristorazione durante gli incontri, 1.250 euro per la progettazione grafica. 1.020 euro per “servizi di comunicazione” e prestazioni giornalistiche affidate al giornalista Michele Farinaccio.
La vicenda, come si diceva, colpisce anche per l’uso della parola “compartecipazione” — termine che, per definizione, indica una spesa condivisa tra pubblico e privato.
In questo caso, invece, la compartecipazione è solo nominale: il Libero Consorzio ha sostenuto il 100% del costo, rendendo la rassegna di fatto un evento interamente a carico dei cittadini.
Un altro aspetto che suscita perplessità riguarda la filiera organizzativa. L’associazione beneficiaria del contributo, “Viceversa”, ha affidato la realizzazione del progetto a “Casamatta”, che ha emesso due fatture per oltre tre quarti della somma complessiva.
A questo punto, dopo la nostra inchiesta sui 163 mila euro spesi per 6 cene e altrettanti assaggi col Food Mama Festival, viene da chiedere alla presidente della Provincia: Maria Rita, che cosa hai messo nel caffè?
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