«Autopsia con la tac». Due indagati. L'inchiesta sulla morte del giornalista: sequestrate le cartelle in tre strutture. La famiglia: ci fu una lite tra medici. Verifiche dei pm
di Redazione

Roma – I magistrati che indagano sulla morte del giornalista Andrea Purgatori, avvenuta al policlinico Umberto I il 19 luglio, hanno iscritto due nomi sul registro della Procura. Si tratterebbe dei sanitari che, lo scorso maggio, gli diagnosticarono un tumore avanzato, con metastasi al cervello, nella struttura privata Pio XI, fra cui il dottor Gianfranco Gualdi, responsabile della Radiologia della clinica.
Il ragionamento, seguito dal procuratore aggiunto Sergio Colaiocco e dal pm Giorgio Orano, è complessivo: per provare l’ipotesi di omicidio colposo serve ricostruire cosa è avvenuto negli ultimi tre mesi nella vita dell’autore di «Atlantide», a partire dal suo ricovero per accertamenti a fine aprile (il primo ricovero a Villa Margherita risale al 24 aprile scorso). Una prima risposta verrà dall’autopsia che si annuncia minuziosamente approfondita da parte dei medici dell’équipe del Policlinico di Tor Vergata. Si utilizzerà per l’occasione una Tac che dovrà accertare se esistesse o meno la massa tumorale diagnosticata alla clinica Pio XI. Nulla appare scontato in questa storia complessa e intricata. Non la diagnosi di un melanoma avanzato che, formulata ai primi di maggio, lasciò basita la famiglia Purgatori. Ma neppure quella successiva di un’ischemia che, nelle affermazioni degli specialisti della Sapienza, sarebbe stata trascurata e dunque verosimilmente fatale. Per questo sono state acquisite le cartelle cliniche nelle strutture private che lo avevano in cura — la Pio XI e Villa Margherita — e quelle del Policlinico dove è morto. I magistrati di piazzale Clodio si preparano anche all’eventualità che i risultati autoptici non siano definitivi ma richiedano un supplemento di verifiche da parte dei medici. E non è escluso che, per evitare conflitti di interesse, i pubblici ministeri decidano di rivolgersi altrove — è possibile infatti che i magistrati scelgano gli esperti oltre i confini regionali — per ottenere un parere che sia davvero al di sopra di ogni possibile dubbio. La famiglia, in tutto ciò, chiede che sia restituita chiarezza al seguito di avvenimenti degli ultimi tre mesi. Settimane di concitazione e choc drammatici, ma anche di impegno infaticabile e morale altalenante. Oggi i pm incaricheranno ufficialmente i medici di Tor Vergata dell’approfondimento formulando una serie di quesiti. Gli esperti selezionati si prenderanno alcuni giorni per portare a termine il proprio incarico. E i pm ascolteranno il professor Alessandro Bozzao che, secondo la denuncia dei familiari, avrebbe avuto una lite con Gualdi proprio sulle diagnosi sbagliate. È chiaro quindi che serviranno ancora tempo e pazienza per conoscere tutta la verità sul caso Purgatori.
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