L'Asp: "Se ci sono stati degli errori, ce ne assumeremo la responsabilita"
di Redazione


Vittoria – La vicenda del giornalista Gianni Molè, morto di Covid il 31 ottobre scorso nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Vittoria, avrà dei possibili strascichi giudiziari. La famiglia del giornalista, che ha presentato un esposto alla magistratura, chiede di accertare se è stato fatto tutto il possibile per salvare la vita del congiunto, verificando eventuali responsabilità. Il medico legale e l’autorità giudiziaria non hanno ritenuto necessario effettuare l’autopsia. Gli accertamenti saranno effettuati sulle cartelle cliniche. Prende posizione anche il mondo politico: “Pretendiamo chiarezza – afferma Salvatore Di Falco, uno dei candidati a sindaco delle prossime elezioni amministrative – per i familiari di Gianni Mole’ cosi’ come per tutti i familiari di quei malati che non ci sono più. Chiediamo che i vertici Asp si pronuncino con chiarezza e che la Magistratura confermi che sia tutto regolare”. Un altro candidato sindaco, Piero Gurrieri, anch’egli colpito dal Covid e appena uscito dalla quarantena, afferma: “Abbiamo diritto alla verità. In nome di chi già è stato contagiato, di chi attende un posto in ospedale, di chi rischia la vita in rianimazione, dei familiari di quelli che, come il nostro Gianni, ci hanno lasciato”.
Parla Aliquò
Il direttore generale dell’Asp, Angelo Aliquò: “La morte di Gianni Molè, come quella di tutti coloro che non ce l’hanno fatta, ci ha profondamente addolorato. Quando la situazione si è aggravata, è stato trasferito dal reparto Covid a terapia intensiva, ma purtroppo non ce l’ha fatta. Noi siamo sereni: in questo, come in altri casi, si faranno tutte le verifiche necessarie. Le relazioni mediche sono state consegnate. Se ci sono stati degli errori, ce ne assumeremo la responsabilità; allo stesso modo, se è stato fatto tutto quanto necessario, sarà accertato”.
In realtà, Gianni Molè fu ricoverato lunedì 26 ottobre all’alba nell’ospedale Guzzardi di Vittoria, che non era ancora un Covid Hospital, rimanendo in una “zona grigia” fino al giovedì sera, 29 ottobre. Molè venne trasferito in Rianimazione, sempre al Guzzardi, il 30 ottobre venerdì, e qui è morto sabato mattina, il 31 ottobre. Il giornalista non fu trasferito al Covid Hospital di Ragusa nei giorni 27 e 28 ottobre per mancanza di posti letto. In quegli stessi giorni l’azienda comunicava sulla piattaforma Gecos alla Regione la disponibilità di due posti letto liberi su sette totali nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Maria Paternò Arezzo di Ragusa.
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