Cultura
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28/10/2025 13:55

Il Municipio di Scicli nato in luogo di un monastero

Il disegno del progetto di Sergio Sallicano

di Redazione

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Scicli – Il disegno che proponiamo in foto è quello del progetto del nuovo Municipio di Scicli dell’ingegnere netino Sergio Sallicano. Il palazzo viene costruito tra il 1902 e il 1906 dopo la precedente demolizione del monastero annesso alla chiesa di San Giovanni Evangelista.

Il monastero era stato fondato nel 1649 sotto la regola di San Benedetto dalla baronessa Giovanna Di Stefano, vedova del barone Girolamo Ribera, con atto del 26 gennaio 1651 rogato da Giuseppe Ugo. La chiesa esisteva sin dal secolo XIII secolo ed ebbe prima il titolo della Madonna di Portosalvo; fu ricostruita dalle fondamenta dopo il terremoto del 1693, intitolata a San Giovanni Evangeslita ed esiste tuttora aperta al culto. Il monastero invece fu demolito nei primissimi anni del 900 secolo e al suo posto fu edificato il nuovo palazzo di città.

Correva l’anno 1865 e la giunta e il consiglio comunale di Scicli non si persero d’animo. Votarono una delibera, con tanto di bollo e pergamena ufficiali, per denunciare come la demolizione del Monastero dei Benedettini in corso San Michele, oggi via Francesco Mormina Penna, fosse scelta quanto mai opportuna alla luce del fatto che i religiosi si intrattenevano in orge all’interno degli edifici di culto della città.

Quando il documento è venuto alla luce qualcuno ha strabuzzato gli occhi. La delibera, tuttavia, è vera, è dell’8 febbraio 1865 e il sindaco del tempo, confortato dalla giunta municipale, scrive testualmente, rivolgendosi al Re d’Italia, Vittorio Emanuele II: “Sire, le corporazioni religiose non corrispondono più allo scopo. I frati sono esseri parassiti, che nei loro beati ozi non fanno che consumare vita e sostanze, e commettere nelle loro tenebrose org** atti nefandi”.

Il sindaco del tempo Giuseppe Scimone era uomo senza peli sulla lingua. Cento anni dopo, per abbattere un altro monastero, quello dei Gesuiti in piazza Italia, al fine di costruire l’orribile palazzo di vetro della scuola media Lipparini, la giunta comunista, senza fare ricorso alla denuncia di “atti nefandi” stavolta, arrivò a negare l’esistenza stessa del Convento.

E pur di ottenerne la demolizione scrisse alla Sovrintendenza di Siracusa che l’edificio in questione era immobile di nessun valore, che nulla aveva a che vedere col Convento dei Gesuiti.

Sciclitani mangiapreti? Diciamo operatori della realpolitik. Nel 1865 il sindaco Scimone ammetteva: “Giacchè il Comune non può pagare la pigione (l’affitto, ndr) per tutti i suoi locali”. Tanto valeva tirare fuori la vicenda delle orge per dare il colpo di grazia ai preti.

“D’altra parte esistono nel Comune cinque Monasteri, otto Conventi, e quattro Collegiate…”

E fu così che il Convento fu abbattuto, per fare posto all’odierno Municipio.

Chi era Sergio Sallicano

Sallicano, si diede all’attività politica, divenendo sindaco ddi Noto nel 1896. Fu anche presidente della Provincia siracusana.

Nato Noto il 23 Maggio del 1845, frequentò il Collegio dei Gesuiti ma dopo l’espulsione dei padri della Compagnia del Gesù la famiglia lo affidò ad una persona dal notevole spessore culturale cioè Corrado Sbano. A causa della chiusura del Liceo di Noto, proseguì gli studi a Catania, per poi iscriversi alla Facoltà di Ingegneria dell’Università di Pisa prima e dopo a Napoli dove si laureò. Come libero professionista fu apprezzato. Fu incaricato di progettare la cupola dell SS. Crocifisso dopo il crollo del 23 Febbraio 1880. Sergio Sallicano di dedicò pure alla politica, il 23 luglio 1893 fu eletto consigliere provinciale per Noto, il 28 Luglio 1895 si presentò alle elezioni comunali e fu eletto consigliere comunale, ma per risanare i problemi di bilancio del Comune fu eletto Sindaco di Noto il 6 Dicembre 1896. Il giorno successivo alla elezione fece affiggere un un manifesto… tutti i cittadini e il Consiglio Comunale a collaborare per risolvere i problemi della Città. La vita politica di Sergio Sallicano fu molto attiva infatti fu eletto anche Presidente del Consiglio Provinciale. Morì a Noto, il 18 Agosto del 1911.