Il Diavolo e l'Acqua Santa
di Redazione

Noto – “Una figura religiosa e allo stesso tempo moderna: la persona adatta per affrontare argomenti che riguardano lo spirito con intelligenza, senza retorica e con spiccata sensibilità critica e artistica”.
Ecco perché Vittorio Sgarbi, uno dei più controversi personaggi mediatici degli ultimi decenni, ha scelto il Vescovo della Diocesi di Noto, Monsignor Antonio Staglianò, tra gli ospiti del suo nuovo programma “Il mio canto libero”, in onda dal 18 Maggio, ogni mercoledì alle 21:00, su Rai 1.
Perché proprio Monsignor Staglianò? Sgarbi:
“Ho pensato a lui quando ho concepito il programma perché rappresenta una personalità diversa: Monsignor Staglianò è un religioso veloce, bravo e intelligente. In televisione occorre un linguaggio che, mantenendo i principi, abbia però una certa modernità e, dovendo rappresentare delle posizioni complesse, messe in discussione dalla mondanità del nostro tempo, una figura religiosa deve essere moderna. Mi sembra che lui rappresenti questo in modo molto efficace”
Cosa dobbiamo aspettarci da questo nuovo programma?
“L’opposto di quello che uno si aspetta. Per le mie intemperanze. L’indignazione per la rinuncia a quello che dovrebbe essere ma non viene fatto per corruzione, per ignoranza, per stupidità. Quindi una trasmissione che mette in luce l’autolesionismo della nostra epoca: quello che si fa a proprio danno e non a proprio vantaggio”.
E’ prevista la messa in onda di cinque puntate più una. Chi ci sarà oltre al Vescovo di Noto?
“Ci saranno Morgan, Franco Battiato, Fausto Leali, Vasco Rossi e tanti cantanti; ci sarà il teologo Matthew Fox e tante sorprese”.
Certamente una opportunità per Monsignor Staglianò, che è anche membro della Commissione Episcopale Italiana per la cultura e le comunicazioni sociali, per svolgere un servizio di evangelizzazione diretto ed efficace, rivolto al grande pubblico della televisione. Quali temi affronterà in trasmissione? Monsignor Antonio Staglianò:
“Sono stato invitato a partecipare a questa trasmissione che, a quanto pare, si propone di essere una trasmissione di alto profilo culturale su temi di importanza umana e storica”.
Tra gli ospiti della prima puntata, per esempio, ci saranno Morgan e un teologo, Mattew Fox, che Papa Ratzinger ha definito “non più cattolico ma protestante” per le posizioni che ha assunto….Come si pone il suo ruolo, in trasmissione, rispetto a loro?
“Nella prima puntata si parlerà di Dio ed io interverrò, nella mia qualità di Vescovo di Noto, per esprimere e manifestare con chiarezza la posizione cristiana e cattolica su Dio rispetto, magari, a tante obiezioni che possono venire da fratelli che non credono in Dio, perché sono atei, oppure da altri fratelli che erano cattolici e non lo sono più, per posizioni intellettuali o di scrittura di libri, come Fox. Mostrare con intelligenza quale è la posizione cattolica dentro un dibattito critico sul tema di Dio…mi sembrava giusto esserci. Meglio esserci che non esserci anche perché in tanti programmi il cattolicesimo viene vituperato, maltrattato.
Cosa pensa di Sgarbi, critico d’arte, uomo di spettacolo, indubbiamente tra i più controversi personaggi mediatici degli ultimi vent’anni?
Sgarbi condurrà un programma culturale dai toni alti come lui sa fare. Vuole dare un’immagine diversa di se stesso rispetto a quella che si è costruito negli ultimi anni, recuperando la sua competenza professionale di critico d’arte. Per me Sgarbi è un personaggio in cerca di autore, come altri, ma originale perché, a differenza di tanti, ha scelto se stesso come autore. In questo modo riesce a rigenerarsi sempre come nuovo personaggio. “Il mio canto libero” per lui è una sfida.
Cosa può anticiparci ancora?
“Ci saranno soliloqui sulle opere d’arte sul tema di Dio. Ognuno dovrà rappresentare in libertà la propria posizione, dialogando con l’altro. La scenografia sarà una sorta di teatro greco dove si incontreranno tante persone con identità diverse per dialogare sullo stesso tema”
Cosa ha pensato quando le hanno comunicato la scelta?
“L’ho appreso prima dai giornali e poi da Vittorio Sgarbi. La notizia mi ha fatto piacere perché penso che una iniziativa del genere possa essere vista come una occasione per creare “un nuovo cortile dei gentili”: quella “struttura d’incontro e di dialogo fra credenti e non credenti” suggerita da Benedetto XVI del suo discorso alla Curia del 21 dicembre scorso”.
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