Economia
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30/03/2011 22:02

L’invasione del pomodoro cinese

L'allarme di Coldiretti

di Redazione string(0) ""

Pomodoro cinese
Pomodoro cinese

Cresce sulle nostre tavole lo “spettro” del pomodoro cinese: lo scorso anno sono aumentati del 40% gli sbarchi di concentrato di pomodoro dalla Cina, che superano in totale i 115 milioni di chili, pari al record di circa il 15% della produzione di pomodoro fresco destinato alla trasformazione realizzata in Italia. A denunciarlo è la Coldiretti in occasione della presentazione del primo rapporto «Dai lager cinesi alle nostre tavole?», elaborato dalla Laogai Research Foundation, dal quale emerge che sono circa un milione i detenuti in Cina costretti ai lavori forzati nell’agroalimentare in imprese Lager, i cosiddetti “Laogai”, su 1,4 milioni di ettari di terreni che producono per il mercato interno e per l’esportazione.
«Bisogna che i governi mondiali si adoperino da una parte per il rispetto dei diritti civili dei cittadini e dall’altra per i percorsi di trasparenza. Noi non siamo sicuri che quello che viene importato sia legale sotto tutti i profili. Il controllo non può essere fatto prodotto per prodotto quindi è probabile che qualcosa sfugga», sottolinea il presidente della Coldiretti, Sergio Marini, aggiungendo che questo «è un fenomeno di grande dumping sociale che si aggiunge al dumping sanitario e ambientale. Produrre agroalimentare senza pagare il lavoro e la mano d’opera significa essere competitivi in maniera scorretta». Coldiretti chiede l’etichettatura d’origine che oggi per i pomodori non è prevista.
I pomodori conservati sono – spiega la Coldiretti – la prima voce delle importazioni agroalimentari dalla Cina delle quali rappresentano oltre 1/3 in quantità (42%) nel 2010. Ma dal gigante asiatico sono arrivati anche 96,1 milioni di chili di ortaggi e legumi (+10%), 12,8 milioni di chili di frutta (+58%) e 4,5 milioni di chili di aglio (+50%).