Economia
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08/01/2018 23:34

Tagliatore Lerario, il sarto italiano che veste Batman

Oggi confeziona anche per donna

di Redazione

Tagliatore Lerario
Tagliatore Lerario

Martina Franca – Se dite Lerario forse non tutti vi capiscono. La parola magica è “tagliatore”, l’ingiuria, ovvero il soprannome. Puglia, anni Quaranta. Il nonno di Pino Lerario, oggi anima creativa del brand Tagliatore, “tagliava” tomaie in pelle, che la nonna poi ricuciva. Dalle scarpe ai tessuti, nel 1972, il figlio Francesco, avvia un laboratorio sartoriale che, nel 1984, diviene “Confezioni Lerario srl”. Tre generazioni dopo Pino è ideatore e designer del brand, Vito e Luciano responsabili della produzione, Teresa si occupa della parte amministrativo-finanziaria. La produzione è totalmente interna grazie alla professionalità dei 180 dipendenti, i tessuti provengono per l’80% dal biellese e per il resto dalla Gran Bretagna, ogni capo è rifinito a mano e sottoposto ad un rigoroso controllo di qualità. Così anche il costumista del primo Batman di Tim Burton (prodotto dalla Warner Bros) ha scelto Tagliatore per i costumi del film. Rigore maniacale: vestibilità perfetta, selezione severa di tessuti che mantengono la stessa performance in tutte le fasi della produzione, revers-spalle e maniche, ricerca dei dettagli. Sono le parole d’ordine della sartoria che dal 2005 confeziona anche abiti femminili. 

Correva l’anno 1988 e Bob Ringwood, costumista hollywoodiano alle prese con la produzione di Batman, rimase incantato dagli abiti Tagliatore, a Londra. Volle che nel film il cui cast era composto da nomi quali Kim Basinger, Jack Nicholson e Michael Keaton gli abiti maschili fossero cuciti dalla famiglia Lerario. Fu la consacrazione mondiale. Oggi l’azienda fattura una ventina milioni di euro l’anno, ha quasi duecento dipendenti, lavora soprattutto con l’estero. Tra Italia ed estero il marchio Tagliatore è distribuito in circa 800 punti vendita. Il cliente più esigente? Batman, of course.