"Soli non è meglio che male accompagnati"
di Redazione

Era l’artista di punta di questa edizione del Primo Maggio, per lui oltre 40 minuti di spettacolo sul palco ad incantare ed animare i 700 mila accorsi ad assistere all’evento.
Vinicio Capossela, “un poeta errante della musica” come definito da Sabrina Impacciatore, fa il suo ingresso sul palco con tanto di cappellino e marcia trionfante e, dopo aver lanciato una frecciatina politica – “Mi sembra che il primo articolo della Costituzione sia stato messo in discussione: questo Paese non si basa più sul lavoro ma sulla speculazione finanziaria” – dà inizio al suo show fatto di musica, divertimento, poesia ed arte.
Ad affiancarlo c’era Ginevra Di Marco (“Soli non è meglio che male accompagnati”) in una canzone di Matteo Salvatore, Enzo Del Re che ha fatto cantare tutta la piazza eseguendo a cappella, accompagnato solo dal ritmo battuto su una sedia, la sua “Lavorare con lentezza“; più tardi scalda ancor di più il pubblico quando aggiunge: “Io per la classe lavoratrice a cui mi onoro di appartenere darei la vita, ma per i padroni non voglio fare niente. Il solo pensiero di fare qualcosa per Berlusconi già mi stanca“.
Capossela prosegue il suo show con Roy Paci e con il suo affascinante circo così da dare forma al suo “L’uomo vivo (Inno alla gioia)” e continuando con una meravigliosa esecuzione quasi heavy de “Il ballo di San Vito” che scatena il pubblico. Infine Vinicio chiude la sua esibizione con un brano dedicato a Renzo Fantini, manager di Francesco Guccini, Paolo Conte, e dello stesso Capossela agli esordi, uno dei grandi personaggi della musica italiana, scomparso di recente. Finisce il suo contributo artistico e anche in questa occasione possiamo dire che Capossela ha unito musica ed arte regalandoci il meglio che si potesse fare.
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