Un effetto inatteso delle diete troppo drastiche è un malfunzionamento della tiroide che può addirittura far ingrassare! Attenti quindi a cosa mettiamo nel piatto
di Redazione

Per garantire un corretto funzionamento della tiroide servono cibi freschi che abbondano di antiossidanti, grassi salutari, micronutrienti e sostanze basificanti per contrastare l’acidosi e correggere i fenomeni di reazione infiammatoria, possibili cause di disturbi tiroidei. Ma grande attenzione va portata anche alle quantità. Quando l’alimentazione è insufficiente e non adeguata alle necessità nutrizionali, l’organismo entra in uno stato di allerta, spingendo l’ipotalamo a rallentare l’intero meccanismo per risparmiare energia. Ciò porta a un inevitabile rallentamento della tiroide, che può comportare un innalzamento compensatorio del TSH, l’ormone ipofisario che stimola la tiroide a lavorare più efficacemente. Effetto paradosso. Ne consegue che, paradossalmente, una dieta con un apporto calorico insufficiente, o forme di digiuno prolungate, possano favorire il rallentamento di questa ghiandola, frenando il metabolismo e facendo accumulare grassi. Seguire quindi regimi calorici troppo limitati potrebbe mettere a rischio il ritmo regolare della tiroide, che, come un motore senza benzina, sarà costretta a rallentare.
Cibi sì e cibi no
Cibi Sì: Sono utili frutta, verdura, farine integrali, semi, legumi, noci e patate e, per il fabbisogno proteico, carne, pesce, uova. Lo iodio, elemento fondamentale per il funzionamento della tiroide, viene assorbito meglio in presenza del luppolo (Humulus lupulus) che, inoltre, diminuisce l’attività delle citochine pro-infiammatorie grazie a una sostanza, lo xantumolo. Allo stesso scopo sono utili l’acido carnosico e carnosolo contenuti invece nel rosmarino. Ottimo il germe di grano in scaglie che si può aggiungere al cibo a fine cottura: ricco di zinco, è utile per le infiammazioni e va assunto in caso di tiroide pigra come stimolante.
Cibi No: Meglio invece evitare di consumare troppi vegetali contenenti composti con zolfo, che aumentano il fabbisogno di iodio, come le Brassicacee ovvero, verza, broccoli, cavolfiori, cavoli, cavolini di Bruxelles, rape e ravanelli. Chi soffre di ipotiroidismo dovrebbe consumarli solo ben cotti, per favorire la distruzione degli elementi gozzigeni. Anche la soia e i suoi derivati dovrebbero essere consumati moderatamente, dato che alcuni loro composti potrebbero rallentare la funzionalità tiroidea.
Diete improvvisate alternate con digiuni o semi-digiuni e diete restrittive per perdere
Per prevenire l’ipertiroidismo bisogna fare attenzione anche agli abusi di iodio e quindi limitare il consumo di pillole dimagranti o integratori, creme o preparazioni a base di alghe che contenga no dosi elevate di iodio e sostanze stimolanti. Un buon riequilibrio prevede poi un programma detox, per sostenere e difendere i principali organi emuntori: fegato, reni e pelle, evitando il più possibile l’abuso di farmaci e facendo un uso moderato di alcolici per non sovraccaricarli. Si può agire in questo modo: limitare il consumo di alcol (il fegato ha bisogno di parecchie ore per smaltirlo) e aggiungere fibre integrando l’alimentazione con cereali integrali, legumi, frutta e verdura per aiutare l’intestino e il colon a eliminare le tossine. Per non creare uno squilibrio idrico nei tessuti occorre non esagerare con il sale.
Per aiutare i reni a smaltire le tossine, inoltre, bisogna bere molta acqua (6-8 bicchieri al giorno), alla quale possiamo aggiungere delle erbe depurative come tarassaco e cardo mariano: ottimi depurativi generali e tonici del fegato.
Modo d’uso: metti 1O gocce di estratto idoalcolico di tarassaco e cardo mariano in un bicchiere d’acqua da bere mattina e sera per un mese
Legumi. Sono tra gli alimenti che aiutano il buon funzionamento della tiroide.
Noci. Da inserire nella dieta quando la tiroide è pigra.
La regola d’oro
Attenti a questi alimenti: sono velenosi per la tiroide. E’ importante scegliere cibi di qualità e soprattutto privi di interferenti endocrini o di additivi: glutammato, aspartame; coloranti. Limitare anche zuccheri e farine raffinate, che alterano nei centri ipotalamici la normale regolazione di fame e sazietà.
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