Benessere Alimentazione intuitiva

Intuitive eating: filosofia alimentare che scardina la dieta tradizionale

L'alimentazione intuitiva chiede di non tener conto del peso

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L'intuitive eating non è una dieta vera e propria con una lista dei cibi da includere e da escludere e con le indicazioni sulle calorie. Rappresenta invece una sorta di riflessione sulla dieta che ci stimola a ripensarla. Più che di dieta è più appropriato parlare quindi di filosofia alimentare. Possiamo tradurlo con mangiare in modo intuitivo. L'intuitive eating nasce da due esperte di alimentazione, Evelyn Tribole ed Elyse Resch, che hanno provato a farla diventare di moda negli anni 90'. Questo tipo di approccio dietetico in particolare è stato studiato dalla psicologa Molly Bahr, in primo luogo per se stessa e poi per i suoi pazienti affetti da disturbi alimentari. A differenza delle diete dimagranti tradizionali non ha come obiettivo la perdita di peso. La psicologa in particolare chiede alle sue pazienti di rivalutare il loro rapporto col cibo non più secondo un'ottica colpevolizzante, in base alla quale ci si sente in colpa dopo aver mangiato un alimento che tanto ci ingolosisce. Pertanto l'alimentazione intuitiva chiede di non tener conto del peso. Può accadere ad esempio che chi inizia una dieta dimagrante non riesca a perdere peso oppure può capitare di riacquistarlo subito dopo averlo perso. Il mancato raggiungimento di questo obiettivo può portare a una spirale involutiva contrassegnata da sensi di colpa e mancanza di stima personale.

L'intuitive eating mira invece ad altri indicatori di benessere e incoraggia le persone a mangiare quel che desiderano. In tal modo possiamo recuperare un rapporto più sano col cibo screvro da impalcature ideologiche e sentimenti colpevolizzanti come la vergogna. In pratica dobbiamo tornare ad ascoltare il nostro corpo per capire ciò che più gli manca e regolarci quindi di conseguenza. Soltanto così possiamo trarre indicazioni valide per perdere davvero peso. In definitiva l'alimentazione intuitiva segna un punto di rottura con la cultura alimentare tradizionale, di cui mette in mostra i limiti concettuali su cui si basa, ad esempio il dimgrimento esasperato cercato a tutti i costi e quindi i divieti e le restrizioni che ne conseguono e lo stigma della vergogna se non si riesce a dimagrire.

I 10 punti della dieta intuitive eating
1) Non cadere nella trappola delle diete che promettono di dimagrire in modo definitivo e permanente.
2) Rispetta la fame. Rientra sempre nella filosofia di ascoltare il nostro corpo che ci parla facendoci capire ciò di cui ha bisogno.
3) Fai pace con il cibo. Non inneschiamo sentimenti di deprivazione con diete restrittive che ci stimolano per reazione il desiderio incontrollabile di abbuffate compulsive.
4) Sfidare il controllo eccessivo su ciò che mangiamo perché può produrre effetti controproducenti.
5) Riconosci il senso di sazietà. Anche in questo caso bisogna ascoltare il nostro corpo che ci invia segnali quando non ha più fame.
6) Mangia senza sensi di colpa. Mangiare ciò che ci piace ci dà soddisfazione. Quando si evitano diete restrittive paradossalmente si ha bisogno di meno cibo per raggiungere la sazietà.
7) Il cibo non è una valvola di sfogo. Le emozioni negative non vanno compensate con gli alimenti, altrimenti si genera un circolo vizioso da cui diventa difficile uscire.
8) Rispettare il corpo. Non pretendere di più di quello che ci può dare e quindi dobbiamo imparare anche a rispettarne i limiti.
9) Praticare un'attività fisica. E' importante perché ci fa sentire meglio il nostro corpo e quindi ne cambia la percezione. L'attenzione si sposta quindi dalle calorie bruciate alle attività che ci fanno sentire bene.
10) Rispetta la tua salute. Per essere in salute non bisogna seguire la dieta perfetta. Vanno rispettati altri indicatori di benessere, il più importante dei quali è lo stare bene con se stessi.


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