Benessere Alimentazione

Metabolismo e salute del microbioma: qual è la relazione?

In futuro, sarà possibile prescrivere la dieta giusta, personalizzabile in base alla composizione unica del microbioma.

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/18-02-2021/dieta-relazione-tra-metabolismo-e-salute-del-microbioma-500.jpg Dieta: relazione tra Metabolismo e salute del microbioma


Ormai sappiamo molto bene che l’intestino con il suo microbioma è il nostro secondo cervello. Ogni persona ha il suo microbioma, unico come il DNA o le impronte digitali. Sempre più numerose evidenze scientifiche sottolineano l'importanza del microbioma intestinale in rapporto allo stato di salute e/o di malattia dell'uomo. Il termine microbioma è stato introdotto per la prima vota dal premio Nobel per la medicina, Joshua Lederberg, a indicare l'insieme del patrimonio genetico e delle interazioni ambientali dei microrganismi presenti in un determinato ambiente


Lo studio del team di ricerca all’Università di Trento

Un nuovo studio conferma la stretta relazione tra cibo e composizione della flora batterica intestinale. In futuro, l'analisi del microbioma individuale consentirà di studiare diete personalizzate per migliorare la salute metabolica e prevenire le malattie. Un nuovo ampio studio internazionale, pubblicato recentemente su Nature Medicine e coordinato dall’Università di Trento in collaborazione con i ricercatori del King’s College e Zoe, ha confermato non solo che la composizione del microbioma è in gran parte modellata da ciò che mangiamo, ma che la risposta metabolica dipende dalla composizione del microbioma.
«Il metabolismo individuale, ovvero come un corpo converte macronutrienti come grassi e zuccheri in energia, ha forti collegamenti anche col microbioma, cioè il patrimonio di microorganismi specifico di una persona, e in particolar modo con un gruppo di 30 batteri intestinali, 15 dei quali risultano associati a una dieta sana e a marcatori positivi di salute cardiometabolica», si legge sul comunicato diffuso dall’Università.

Analizzando le diete, la salute e il microbioma di oltre mille persone, i ricercatori hanno scoperto che una dieta ricca di cibi integrali e densi di nutrienti ha sostenuto la crescita di batteri benefici che promuovono una buona salute. Ma seguire una dieta ricca di cibi altamente trasformati con zuccheri aggiunti, sale e altri additivi ha avuto l’effetto opposto, promuovendo batteri intestinali collegati a una peggiore salute cardiovascolare e metabolica.
«In questa ultima ricerca ci siamo concentrati sul collegamento tra batteri intestinali, dieta e salute cardiovascolare ed è emerso con evidenza che ci sono batteri associati a diverse risposte metaboliche al cibo», spiega Nicola Segata, coordinatore del team di ricerca all’Università di Trento. «Dall’analisi emerge che, in risposta a uno stesso cibo, ogni persona dopo mangiato fa registrare un andamento molto diverso dei livelli di grassi, di zucchero e di marcatori immunologici nel sangue. Questa variabilità è spiegata solo molto parzialmente dalla genetica, perché abbiamo verificato che gemelli identici con stile di vita molto simile hanno anche loro risposte al cibo parecchio diverse».

I ricercatori hanno confermato che l’alimentazione ha un impatto più potente rispetto ai geni sulla composizione del microbioma. «Ci siamo concentrati, quindi, sul ruolo del microbioma intestinale e abbiamo trovato che chi segue una dieta ricca di vegetali, rispetto a chi ne assume pochi, ha una maggiore presenza di batteri associati a marcatori di buona salute metabolica e quindi a valori più contenuti di glicemia, colesterolo e trigliceridi sia pre- che post-pasto. In particolare ci siamo focalizzati sui 15 batteri più fortemente associati in modo positivo alla dieta sana e alla salute cardiometabolica, e sui 15 più associati in modo negativo».

L’analisi del microbioma farà dell’alimentazione una medicina sempre più precisa. In futuro, sarà possibile prescrivere la dieta giusta, personalizzabile in base alla composizione unica del microbioma. «Data la composizione altamente personalizzata del microbioma di ognuno, la nostra ricerca ci suggerisce che potremmo essere in grado di modificare il microbioma intestinale per migliorare lo stato di salute, scegliendo per esempio gli alimenti che meglio servono la nostra biologia individuale», afferma Sarah Berry, del Dipartimento di Scienze nutrizionali del King’s College di Londra e coautrice dello studio.

L’analisi del microbioma è lo strumento del futuro per prevenire per tempo eventuali malattie e disfunzioni metaboliche: «L’obiettivo finale è utilizzare le informazioni del microbioma per comprendere meglio la risposta di ogni persona al cibo a priori, così da poter poi pensare di individuare una dieta personalizzata per ogni individuo e contribuire a una migliore salute metabolica e cardiovascolare e una conseguente diminuzione del rischio di malattia», conclude Segata.
L'importanza del microbiota intestinale per la prevenzione e il trattamento della disfunzionalità metabolica è ormai riconosciuta, tuttavia rimane ancora da dimostrare se e in quale misura determinati ceppi batterici possano essere rilevanti dal punto di vista diagnostico o come potenziali bersagli di terapie mirate.
 


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