Un altro “timbra” banconote e tessere sanitarie, indagato pure il padre di Angela "da Mondello": i finanzieri ci fanno un film
di Redazione

Palermo – Chi va al supermercato o per negozi, chi si concede pause caffè interminabili, chi timbra i cartellini dei colleghi assenti (e se ne va pure lui). C’è pure uno che striscia banconote e altri documenti. Il massimo lo raggiunge uno dei 43 dipendenti del comune di Palermo indagati per assenteismo: passava dall’ufficio in tenuta da perfetto runner, giusto il tempo del pit-stop ai tornelli per passare il badge e via di corsa per continuare la sgambata mattutina. Le riprese dei finanzieri del capoluogo siciliano sono diventate un vero e proprio cortometraggio del peggio della pubblica amministrazione pagata dai contribuenti.
Da questa mattina 8 impiegati sono finiti ai domiciliari, fra cui un indagato per mafia; 14 sono stati sottoposti all’obbligo di dimora e altri 6 dovranno presentarsi periodicamente in caserma per firmare. Tra gli indagati figura pure il padre di Angela Chianello, la donna diventata famosa la scorsa estate per il tormentone “Non ce n’è Coviddi”. E’ un’autentica piaga economica e sociale quella dei cosidetti furbetti del cartellino: a dicembre, in piena emergenza Covid, ne furono scoperti 55 pure al cimitero.
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