La "dieta planeterranea" ovvero una dieta mediterranea modello di una dieta sostenibile
di Marco Troisi

Le risorse alimentari sottoposte a uno sfruttamento intensivo non sono inesauribili. Il pianeta Terra, ce lo dicono gli scienziati sempre più allarmati a causa dell’inquinamento e del surriscaldamento globale, non gode di buona salute. Negli ultimi decenni le tematiche ambientaliste hanno trovato un maggiore attenzione presso l’opinione pubblica. Ed anche a tavola in effetti possiamo contribuire con le nostre scelte alimentari a una maggiore tutela delle risorse della Terra.
La dieta planeterranea: una soluzione ecologica per salvare il pianeta
In questo senso la “dieta planeterranea” ovvero una dieta mediterranea modello di una dieta sostenibile esportabile in tutto il mondo, può rappresentare un passo in avanti per sfamare la popolazione a livello globale. La dieta planeterranea ha come base la dieta mediterranea e la si declina poi sulla base delle risorse alimentari del posto.
In particolare la Cattedra UNESCO di Educazione alla Salute e allo Sviluppo Sostenibile dell’Università Federico II di Napoli, coordinata da Annamaria Colao, ordinario di Endocrinologia e presidente della Società Italiana di Endocrinologia (SIE), assieme ad uno staff di scienziati ricercatori in ambito medico, agroalimentare e ingegneristico, ha proposto questo regime alimentare sulle pagine di Nature Italy.
Gli alimenti della dieta planeterranea
Vi è una estrema varietà negli alimenti previsti nella dieta che vanno dall’avocado e la papaia dell’America Latina alla manioca e il teff in Africa centrale, dall’olio di canola e le noci pecan in Canada al sesamo e la soia dell’Asia, fino alla noce di macadamia australiana. Insomma sarà possibile declinare la dieta mediterranea in ogni parte del mondo adattandola alle caratteristiche del luogo.
In questo senso Annamaria Colao spiega che: “Le abitudini alimentari scorrette sono una delle cause principali dell’epidemia mondiale di obesità, anche infantile, e di malattie metaboliche e cardiovascolari; la dieta mediterranea invece ha comprovati benefici per la salute grazie a un notevole profilo nutrizionale. La dieta mediterranea per esempio riduce del 30 per cento il rischio di eventi cardiovascolari gravi come infarti e ictus, diminuisce di oltre il 50 per cento la probabilità di tumore all’endometrio nelle donne, abbassa del 30 per cento il pericolo di ammalarsi di diabete. Gli elementi che la caratterizzano sono olio d’oliva come fonte di grassi insaturi, noci, legumi, verdure, cereali integrali, frutta fresca o secca, una quantità moderata di pesce, così come latticini, carne e vino rosso. Non ovunque si possono trovare questi prodotti, ma è possibile reperire in ogni parte del mondo frutti, verdure, legumi, cereali integrali e fonti di grassi insaturi con contenuti nutrizionali e caratteristiche simili a quelli tipici della dieta mediterranea, che probabilmente hanno anche simili benefici per la salute delle popolazioni”.
Sarà quindi possibile combinare gli alimenti presenti in diverse parti del mondo quali verdura, frutta, cereali integrali, legumi e fonti di grassi insaturi con caratteristiche del tutto simili alla dieta mediterranea e quindi probabilmente sarà possibile ottenere gli stessi benefici in termini di salute. In effetti, oltre che esportarla nel mondo sarebbe anche il caso di riscoprire la dieta mediterranea nel nostro paese, dato che anche da noi si affermano e si stanno affermando sempre di più modelli alimentari poco salutari.
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