Monsignor Lorefice benedice le 800 bare di defunti che non hanno trovato ancora pace
di Redazione

Palermo – “Non possiamo stare zitti: questo è inumano”. Nel giorno in cui si ricordano i morti l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice usa, per la prima volta, toni durissimi per le centinaia di insepolti al cimitero dei Rotoli: una situazione disumana senza precedenti, che più volte abbiamo documentato anche su Ragusanews. “In questo giorno dedicato alla commemorazione dei fedeli defunti, proprio qui ai Rotoli, ai piedi di Monte Pellegrino, dove centinaia di nostri cari defunti da lungo tempo non trovano neanche la possibilità di una degna sepoltura a causa dell’incuria umana e dell’ignominia di chi vuole lucrare anche nel momento più decisivo e dirompente del mistero della vita che è la morte, si leva un appello a renderci conto di quanto sia importante il corpo nella nostra esistenza”
Il monsignore ha pronunciato l’omelia durante la messa celebrata nella cappella del camposanto, dove i feretri in attesa di pace sono ancora più di 800. La tragedia del Covid nella tragedia “di una mancata e degna sepoltura: ogni disprezzo dei corpi destruttura, abbrutisce e lacera la città umana. Nessuno può violentare i corpi, nessuno li può sfruttare per brama o fini di lucro”. Lorefice chiede nuovi spazi cimiteriali “dove si possano inumare e cremare i nostri defunti, per custodirli, visitarli, commemorarli” e attacca sul forno crematorio del capoluogo siciliano, che non funziona da anni: “Inconcepibile e inspiegabile che si guasti senza poterlo riattivare”.
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