L’Isola si avvia alla revisione cromatica del venerdì con dati contraddittori e insondabili
di Redazione

Ragusa – Un giorno il tasso di positività supera il 5%, quello dopo torna a 3. Anche da una provincia all’altra la situazione cambia ogni 24 ore: ieri centinaia di contagi, oggi poche decine, domani chissà. E’ un rebus la situazione del contagio sull’Isola: i dati contradditori e altalenanti rendono difficile ogni previsione, anche per i tecnici. “La Sicilia mostra un leggero miglioramento ma una stima di Rt non significativamente differente dall’unità: forse le zone rosse iniziano a dare i loro frutti” sostengono timidamente e con molti condizionali gli statisti dell’università di Palermo, che dunque non prevedono un ritorno della zona gialla da lunedì 3 maggio, quando scadranno i 14 giorni di permanenza minima in una fascia prima del cambio. Sono proprio le zone rosse, ad oggi oltre 40, che offuscano il colore generale dell’Isola rendendolo indistinguibile. Avrebbe senso un’Isola gialla, dove tutti escono a pranzo e a cena, col capoluogo blindato ma attraversato ogni giorno – per motivi anche di lavoro – dai flussi di movimento del resto della regione, che nel frattempo è tornata a vivere? Certo, anche quando la Sardegna diventò bianca persistevano al suo interno delle red zone, ma erano micro e non riguardavano le grandi città. E, comunque, abbiamo visto poi com’è finita. E’ indubbio però che sia soprattutto Palermo a pesare come una palla al piede sull’arancione che ancora avvolge l’Isola.
In base ai dati elaborati dall’Ufficio statistica del Comune, nell’intera provincia di Palermo nella settimana dal 21 al 27 aprile i nuovi positivi nella Città Metropolitana sono 2656, e il rapporto nuovi positivi settimanali per 100 mila abitanti è pari a 218,73. Dati da zona arancione in realtà più che rossa, ma ci sono voluti ben 20 giorni di lockdown per ottenere un risultato minimo e non soddisfacente dopo 3 settimane di lockdown. A incidere sulla stretta, inoltre, sono anche gli ospedali sotto pressione. Il capoluogo è in grave affanno mentre a livello regionale la situazione migliora: i posti in terapia intensiva occupati sono 168, il 20% del totale (la soglia critica è del 30%) e in lieve calo rispetto alle settimane precedenti; i ricoveri in reparto sono invece 1.254 (33%), anche in questo caso sotto la soglia che farebbe scattare l’allarme (40%). Negli ultimi 7 giorni in Sicilia si registra un calo generale dei contagi dell’11,5% e l’incidenza di 160 casi ogni 100mila abitanti lascia ben sperare, anche se la media nazionale è a 152. Un’altra possibilità potrebbe essere, quindi, quella di una Sicilia gialla con Palermo in un arancione “rafforzato”. Insomma, una degradazione generale dei colori, parallela rispetto a quella attuale. Il nodo è sempre quello: da una parte le ragioni della scienza, dall’altra quelle della politica, che deve mediare tra sanità e lavoro, tra le richieste dei virologi e le proteste dei lavoratori e dei cittadini che vogliono tornare a riassaporare la maggiore libertà concessa ormai in quasi tutto il Paese. Quale prevarrà? E’ l’insinuarsi delle esigenze della società civile – che la politica, a differenza della medicina, è tenuta ad ascoltare – a rendere lo scenario futuro dell’Isola incerto, se non proprio insondabile.
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