Attualità
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28/05/2021 08:03

Vaccinati, guariti, asintomatici: trasmettono tutti il Covid

Ma gli immunizzati non finiscono né in ospedale né al cimitero

di Redazione

Ma gli immunizzati non finiscono né in ospedale né al cimitero
Ma gli immunizzati non finiscono né in ospedale né al cimitero

 Roma – Come dimostrato dai risultati degli studi clinici, l’efficacia dei vaccini anti Covid è variabile: benché i freddi numeri non siano confrontabili per molteplici ragioni, si spazia infatti dal 66% del monodose di Johnson & Johnson al 95% circa dei vaccini a Rna messaggero di Pfizer e Moderna. Questa efficacia si riferisce alla protezione dai sintomi. Ciò significa che una quota di vaccinati non solo può sviluppare i sintomi tipici dell’infezione (casi di infezioni si sono registrate finora tra l’1% e il 10% degli immunizzati), ma può infettarsi restando asintomatica. Abbiamo già affrontato su Ragusanews l’esigenza di scorporare prima o poi dal novero quotidiano dei positivi i “nuovi” – soggetti vaccinati che, sia pur reinfettati, non sviluppano sintomi e non creano emergenza sanitaria – dai “soliti”, cioè quelli che s’infettano per la prima volta senza vaccino.

Fortunatamente la protezione dei vaccini è praticamente totale contro il rischio di ricovero e morte, tuttavia vaccinati e guariti che si contagiano possono ancora diffondere il virus nella comunità. Gli studi in questo campo si fanno soprattutto negli Usa: la ricerca SARS-CoV-2 Infection after Vaccination in Health Care Workers in California, pubblicata su The New England Journal of Medicine, ha rilevato infezioni nell’1,19% degli operatori sanitari vaccinati nello stato americano, Conclusioni analoghe sono riportate in molti altri articoli: c’è ancora una certa percentuale di vaccinati e guariti principalmente asintomatici che può continuare a diffondere il virus e, in un contesto di copertura vaccinale ancora limitata, rappresentare un problema da non sottovalutare.

È probabile infatti che i casi siano più di quelli rilevati, proprio perchè il piu’ delle volte non producono sintomi e, quindi, le persone non si controllano piu’ coi tamponi. E c’è un nuovo studio, questo appena pubblicato sulla rivista Science, che conferma come anche le persone asintomatiche possano avere cariche virali molto elevate, paragonabili a quelle riscontrate nei pazienti ricoverati in ospedale. In circa l’8% dei 25mila campioni testati dall’Università tedesca di Charité e più di un terzo di queste persone non presentava alcun sintomo oppure manifestava solo lievi segni. Risultati interessanti sono emersi anche dal confronto della carica virale con l’età dei pazienti: non ha indicato particolari differenze nella quantità di virus tra i positivi di età compresa tra i 20 e i 65 anni, mentre è risultata molto più bassa quella rilevata nei tamponi di bambini più piccoli, da 0 a 5 anni.