Giudiziaria ‘Ndrangheta stragista

Ingroia: Attentato a Costanzo, e morte Garofalo e Fava legati

L'avvocato Antonio Ingroia assiste i familiari dei carabinieri Antonino Fava e Vincenzo Garofalo uccisi sull'A3 allo svincolo per Scilla

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/13-03-2023/ingroia-attentato-a-costanzo-e-morte-garofalo-e-fava-legati-500.jpg Ingroia: Attentato a Costanzo, e morte Garofalo e Fava legati


 Reggio Calabria - “Questo è un processo storico perché ha messo a punto una narrazione giudiziaria, fondata su granitici elementi, che va avanti da 20 anni circa”. Lo ha detto l’avvocato Antonio Ingroia che assiste i familiari dei carabinieri Antonino Fava e lo sciclitano Vincenzo Garofalo, parti civili nel processo “‘Ndrangheta stragista” che vede imputati Giuseppe Graviano e Rocco Santo Filippone accusati di essere i mandanti del duplice omicidio in cui, nel gennaio 1994, morirono i due militari dell’Arma.

Nel suo intervento, Ingroia ha fatto anche un passaggio sulla bomba di via Fauro con la quale Cosa nostra ha attentato alla vita di Maurizio Costanzo, il conduttore televisivo recentemente scomparso. “Io sono sempre stato convinto – ha affermato Ingroia – che erano tre gli obiettivi di quell’attentato. Il primo era l’eliminazione di un giornalista popolare che per primo aveva introdotto nelle sue trasmissioni delle prese di posizione antimafia. Il secondo era un obiettivo eversivo-destabilizzante perché si tratta di una figura popolarissima e agli occhi del grande pubblico la mafia avrebbe dimostrato un atto di grande potenza. C’è poi la bomba del dialogo: io sono convinto che l’attentato a Maurizio Costanzo sia stato un messaggio a Silvio Berlusconi. Nel dibattito in corso per la costruzione di Forza Italia, come è emerso anche nel processo Dell’Utri, Maurizio Costanzo era uno dei tanti che era contrario che Silvio Berlusconi scendesse in campo”. 

Nel 2020, Graviano e Filippone sono stati condannati al carcere a vita perché ritenuti i mandanti del duplice omicidio in cui, il 18 gennaio 1994, morirono i carabinieri Antonio Fava e Vincenzo Garofalo. Un agguato che, assieme ad altri due attentati consumati in provincia di Reggio Calabria ai danni dei carabinieri, stando all’impianto accusatorio della Dda, è rientrato nella strategia stragista messa in piedi nella prima metà degli anni novanta da Cosa nostra, ‘Ndrangheta contro lo Stato.


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