Giudiziaria Ambiente

Punta Bianca contaminata da 60 anni di piombo dei proiettili FOTO

I residui di polveri da sparo hanno avvelenano la riserva naturale agrigentina



 Agrigento - Il corpo forestale ha trovato migliaia di proiettili militari italiani in fondo mare della neo riserva naturale di Punta Bianca, per oltre 60 anni poligono dell’esercito. Un massiccio e prolungato inquinamento atmosferico, terrestre e marino ripetutamente denunciato dalla locale associazione ambientalista Mareamico, di cui alleghiamo alcuni scatti pubblicati negli anni.

La permanenza in acqua ad elevata salinità, dissolve il piombo cancerogeno in mare facendolo entrare nella catena alimentare: dai tessuti degli organismi della flora e della fauna ittica a quelli dell'uomo che di loro si nutre. Per questo i carabinieri hanno sospeso le esercitazioni militari, che altrimenti sarebbero andate avanti a fianco dell'area "protetta". Gli spari, avvertititi anche dalle abitazioni lontane da Punta Bianca, hanno allontanato gli animali dalla zona compromettendone ulteriormente il già provato ecosistema; così come gli enormi crateri delle bombe sganciate sulla falesia hanno indebolito il costone soggetto a crolli.

L’indagine arriva adesso in tribunale, dopo un decennio di battaglie che hanno portato anche a un’ispezione della commissione parlamentare d'inchiesta sull’uranio impoverito: “È incredibile - scrivevano i suoi membri nel 2017 - che nessuno si sia mai posto il problema di raccogliere le migliaia di proiettili sparati da terra” in oltre mezzo secolo di esercitazioni belliche. 


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