Ragusa - Il dato, che circola in questi giorni dopo la diffusione degli ultimi dati Istat sulla densità della popolazione italiana, non sono tanto i 310.219 residenti persi dalla Sicilia negli ultimi 10 anni: praticamente come se fosse stata abbandonata l’intera provincia di Ragusa. Quanto il fatto che oltre un terzo di questi, 130mila, se ne sono andati solo nel corso nel 2020: l’avevamo già messo in luce su Ragusanews alla fine dell’anno scorso. Lo spopolamento non riguarda più solo le aree interne, ma anche le città metropolitane: Palermo , Catania e Messina sono le città che si stanno più desertificando a livello non solo italiano ma europeo, avendo perso dal 2011 rispettivamente più di 91mila, 24mila e 16mila residenti.
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E non è dovuto solo alla scarsa natalità, che al Sud resta comunque maggiore che al Nord, ma alle stesse condizioni di vita che – oltre a spingere a non procreare – allontanano in fretta dall’Isola chi vi nasce, alla ricerca di migliori opportunità formative e lavorative, per tornarvi semmai giusto per le vacanze: a luglio 2021, ultimo dato disponibile, il saldo tra nascite e decessi era di -14.244 siciliani. La discesa non incontra più freni, è il serpente che si divora la coda: meno gente vive sull’Isola; più calano servizi, infrastrutture, collegamenti e qualità generale della vita; più aumenta l’emigrazione. Sempre l’Istat prevede che nel 2066 in Sicilia ci saranno meno di 3 milioni e mezzo di residenti: in neanche mezzo secolo, quindi, perderemo un milione e mezzo di abitanti.
L’abbiamo visto nelle tante nostre inchieste mercato immobiliare ragusano. Dai castelli fiabeschi agli stabilimenti industriali, dai palazzi d’epoca nei centri storici a interi feudi delle campagne: un patrimonio sconfinato che non riesce a trovare un acquirente, nonostante la svendita al miglior offerente. Le "perdite" in provincia di Ragusa sono compensate, appena parzialmente, dalla crescita della popolazione straniera, aumentata dal 2011 del 7,3%; un incremento che, nella regione, è secondo solo a Trapani i (+9,1%). Anche per questo gli immigrati vanno considerati risorse: non saranno certo i pochi fortunati a cui è concesso il lusso del south working, le case a 1 euro (con centinaia di migliaia da investire in ristrutturazioni) o qualche pensionato straricco alla Mick Jagger a ripopolare il territorio.