I numeri del monitoraggio del venerdì: l’Isola è a 65 casi x 100mila abitanti, ma non conta più
di Redazione

Ragusa – L’indice Rt è tornato sopra quota 1 in Italia: non accadeva da fine marzo. La cabina di regia del venerdì è arrivata e ha certificato un’impennata dell’incidenza settimanale dei contagi, schizzata nella media nazionale da 19 a 40 nuovi casi ogni 100mila abitanti. L’Isola (Rt a 1.18) è quasi a 65, ma fanno peggio la Sardegna (83), dove l’Rt supera il 2; Veneto e Lazio (69). Bene invece le altre regioni: quella più prossima è la Toscana, ferma a 49, ancora sotto l’ex soglia dei 50 positivi archiviata a favore delle ospedalizzazioni. Lo stesso monitoraggio romano attesta che reggono all’urto: le infezioni starebbero dunque facendo tanto rumore per nulla. La Sicilia resta bianca ma con il tasso d’occupazione di terapie intensive più alto (3,4%) perfino della Sardegna (1,9%); e anche in area medica (5,2%) è seconda nel Paese solo alla Calabria (5,7%). Entrambi i parametri sono ben distanti dal limite di 10 e 15%, che farebbe scattare il nuovo semaforo giallo: l’importante è farceli restare.
Le nuove misure potrebbero sbiancare ora anche le zone rosse riapparse di recente: le ultime sarebbero in scadenza a fine mese, comunque prima dell’entrata in vigore del green pass il 6 agosto. Secondo alcuni epidemiologi come Stefania Salmaso, in base a una progressione aritmetica «se i contagi raddoppiano ogni settimana, dopo 4-8 si dovrebbe osservare un raddoppio anche dei ricoveri» nonostante la quota di popolazione vaccinata e «nel momento in cui poi si raggiunge una soglia critica delle ospedalizzazioni e a quel punto «è troppo tardi per tornare indietro» e chiudere tutto, anche se non ci saranno molte altre alternative. Uno scenario evitabilissimo se tutti i vaccinabili si vaccinassero. La conferma della zona bianca non significa aver sconfitto il virus né un’autorizzazione a proseguire nell’abbandono di ogni precauzione: l’invito è a leggere i dati tenendo conto di tutti gli indicatori, non solo i ricoveri. Primo fra tutti, la quantità di popolazione vaccinata.
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