Attualità
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30/06/2022 09:45

Sicilia, è tornato il Covid: la maggioranza di chi è positivo non lo dice

Il picco di contagi atteso tra una settimana, ma il virus uccide sempre meno

di Giuseppe Gaetano

Il picco di contagi atteso tra una settimana, ma il virus uccide sempre meno
Il picco di contagi atteso tra una settimana, ma il virus uccide sempre meno

 Palermo – Al Pronto soccorso Covid dell’ospedale Cervello di Palermo sono tornate le file di ambulanze sulle rampe esterne, che non si vedevano da gennaio. Da ieri pomeriggio vige la formula della staffetta: per ogni paziente che arriva col 118, un altro non bisognoso di ricovero viene portato a casa. La primaria Tiziana Maniscalchi ha bloccato i nuovi accessi: “Siamo pieni, ogni Pronto soccorso dovrà tenersi i suoi positivi finché non liberiamo posti”. È la fotografia della nuova emergenza che sta mettendo in crisi la sanità siciliana, nel pieno della stagione estiva. Nella settimana dal 20 al 26 giugno – in base al bollettino settimanale della Regione – i nuovi casi sono aumentati di quasi il 48% e gli ingressi in corsia sono stati 534: mai così tanti negli ultimi tre mesi.

L’impennata, sospinta dalla variante Omicron 5, è in tutta Italia ma l’Isola ha i numeri peggiori per occupazione dei posti letto in area medica: il 21% del totale. Colpa dell’altissima circolazione del virus: solo ieri 5.832 nuovi casi su 26.850 tamponi eseguiti. Più di un siciliano su 4 che si sottopone al test è positivo. E questi sono solo i contagi dichiarati: “Il numero di tamponi fai da te acquistati in farmacia è triplicato – dice Roberto Tobia, presidente di Federfarma -, e la maggioranza di chi scopre di essere positivo non si autodenuncia”. Nell’ultima settimana le nuove diagnosi sono state 33.044, con un’incidenza sulla popolazione di 688 nuovi casi ogni 100 mila abitanti: il valore più alto in assoluto da marzo.

Tuttavia le differenze sono evidenti sulla pressione ospedaliera. I casi sono tanti ma, va detto, molto meno gravi: a marzo, i fatti, la percentuale di occupazione nei reparti ordinari era al 27% ma la differenza si apprezza soprattutto in terapia intensiva dove l’occupazione è al 3,9 contro il 9% di tre mesi fa. Il virus uccide sempre meno, dunque, ma continua a far ammalare anche col caldo: non è certo piacevole ritrovarsi nel bel mezzo dell’estate, anche solo per qualche giorno, con febbre a 40, tosse, mal di gola e dolori vari: a quanti, prima del Coronavirus, capitava di “influenzarsi” a giugno e luglio? 

“Chi crede che il Covid sia ormai una semplice influenza, apra gli occhi”, ripetono. Anche in provincia di Catania la situazione è borderline: in tutto ci sono 160 ricoverati. ” A questo ritmo – spiega il commissario per l’emergenza, Pino Liberti – non so per quanto tempo riusciremo a reggere con i posti disponibili: ci sono tanti pazienti che vanno in ospedale per motivi diversi dal Covid e si scoprono positivi. Alcuni entrano nel panico e chiedono il ricovero”, certi che non saranno mai seguiti a domicilio. Insomma, in Sicilia è allarme sanitario anche con meno ricoveri e decessi. Un allarme dettato, come in precedenza, non dal Covid in sé ma dall’intasamento creato negli ospedali a scapito delle altre patologie più gravi.