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Sicilia, è tornato il Covid: la maggioranza di chi è positivo non lo dice

Il picco di contagi atteso tra una settimana, ma il virus uccide sempre meno

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 Palermo - Al Pronto soccorso Covid dell'ospedale Cervello di Palermo sono tornate le file di ambulanze sulle rampe esterne, che non si vedevano da gennaio. Da ieri pomeriggio vige la formula della staffetta: per ogni paziente che arriva col 118, un altro non bisognoso di ricovero viene portato a casa. La primaria Tiziana Maniscalchi ha bloccato i nuovi accessi: "Siamo pieni, ogni Pronto soccorso dovrà tenersi i suoi positivi finché non liberiamo posti". È la fotografia della nuova emergenza che sta mettendo in crisi la sanità siciliana, nel pieno della stagione estiva. Nella settimana dal 20 al 26 giugno - in base al bollettino settimanale della Regione - i nuovi casi sono aumentati di quasi il 48% e gli ingressi in corsia sono stati 534: mai così tanti negli ultimi tre mesi.

L'impennata, sospinta dalla variante Omicron 5, è in tutta Italia ma l'Isola ha i numeri peggiori per occupazione dei posti letto in area medica: il 21% del totale. Colpa dell'altissima circolazione del virus: solo ieri 5.832 nuovi casi su 26.850 tamponi eseguiti. Più di un siciliano su 4 che si sottopone al test è positivo. E questi sono solo i contagi dichiarati: "Il numero di tamponi fai da te acquistati in farmacia è triplicato - dice Roberto Tobia, presidente di Federfarma -, e la maggioranza di chi scopre di essere positivo non si autodenuncia". Nell'ultima settimana le nuove diagnosi sono state 33.044, con un'incidenza sulla popolazione di 688 nuovi casi ogni 100 mila abitanti: il valore più alto in assoluto da marzo.

Tuttavia le differenze sono evidenti sulla pressione ospedaliera. I casi sono tanti ma, va detto, molto meno gravi: a marzo, i fatti, la percentuale di occupazione nei reparti ordinari era al 27% ma la differenza si apprezza soprattutto in terapia intensiva dove l'occupazione è al 3,9 contro il 9% di tre mesi fa. Il virus uccide sempre meno, dunque, ma continua a far ammalare anche col caldo: non è certo piacevole ritrovarsi nel bel mezzo dell'estate, anche solo per qualche giorno, con febbre a 40, tosse, mal di gola e dolori vari: a quanti, prima del Coronavirus, capitava di "influenzarsi" a giugno e luglio? 

“Chi crede che il Covid sia ormai una semplice influenza, apra gli occhi", ripetono. Anche in provincia di Catania la situazione è borderline: in tutto ci sono 160 ricoverati. " A questo ritmo - spiega il commissario per l'emergenza, Pino Liberti - non so per quanto tempo riusciremo a reggere con i posti disponibili: ci sono tanti pazienti che vanno in ospedale per motivi diversi dal Covid e si scoprono positivi. Alcuni entrano nel panico e chiedono il ricovero", certi che non saranno mai seguiti a domicilio. Insomma, in Sicilia è allarme sanitario anche con meno ricoveri e decessi. Un allarme dettato, come in precedenza, non dal Covid in sé ma dall'intasamento creato negli ospedali a scapito delle altre patologie più gravi. 


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