Ragusa – Quanti genitori se la sarebbero sentita oggi di lasciar andare i loro figli a scuola, col Coronavirus che straripa? Quanto si sarebbero riempite le aule tra le migliaia di studenti, docenti e Ata positivi in quarantena? L’Associazione nazionale presidi stimava 100.000 assenze nel personale scolastico sul milione circa di dipendenti, “per le più svariate questioni legate a Covid, quarantene, vaccini eccetera”. Tanti sindaci, organizzazioni e famiglie chiedevano da giorni di posticipare l’apertura dei cancelli, considerando irresponsabile far tornare bambini e ragazzi in aula in queste condizioni e con queste regole. L’aveva già deciso motu proprio il primo cittadino di Messina, sfidando le regole e - tra gli altri - quello di Modica, con l’escamotage della sanificazione.
News Correlate
Così alla fine, per il quieto vivere isolano, Palazzo d’Orleans ha stabilito gli istituti siciliani di ogni ordine e grado riapriranno tutti giovedì 13 gennaio. Altri giorni di libertà, per fare feste e festini. Fino a nuovo, imminente, ordine di Musumeci: si prosegue a navigare a vista, scrutando le curve che il virus assumerà nelle prossime ore. Nel frattempo niente dad, si resta in vacanza. Un nuovo escamotage, per bypassare l’impossibilità per le regioni in zona gialla di sospendere autonomamente l’istruzione. Potrebbero farlo però i sindaci dei 46 comuni in arancione: ne avrebbero facoltà in quella fascia di rischio, ma anche loro temporeggiano.
Mettere in moto, adesso, questo fiume di persone certo non rallenterà la circolazione del contagio. Scuola non significa solo luoghi al chiuso ma spostamenti e assembramenti su mezzi pubblici e luoghi di socialità: non è possibile riaprire in totale sicurezza. Ammesso e non concesso che il personale scolastico fosse tutto vaccinato (e non lo è), sappiamo bene che neanche la terza dose e la guarigione garantisce dal reinfettarsi, anche seriamente. Almeno il primo cittadino di Ispica s’è assunto la responsabilità di esporre la sua ordinanza a un ricorso al Tar della Regione per chiudere di suo pugno le scuole cittadine fino al 16, lasciando però agli studenti la dad. Provvedimenti simili sono stati adottati, nel weekend, anche da altre amministrazioni locali del Paese, in scontro aperto con Roma.
Escludendo i molti lavoratori in isolamento o malattia, quanti impiegati e dipendenti no vax - oltre a quelli della scuola - non si presenteranno oggi in fabbrica o in ufficio? Anche loro in ferie, dopo l’obbligo vaccinale per ultra 50enni, scattato l’Epifania, e per tutte le attività e i servizi previste a partire da questo lunedì 10 gennaio dal nuovo super green pass? In Italia la percentuale più alta di no vax, in rapporto alla popolazione, è proprio in Sicilia: sono il 13,7% della platea vaccinabile, seguita dalla Calabria al 12,9%. E pensare che la vicina Puglia è la regione più virtuosa in assoluto, ferma ad appena il 4,3%. L’Isola invece ha il primato pure tra i 60enni: 12,7% di cui tanti ancora a lavoro. I non vaccinati siciliani corrispondono a circa un milione e mezzo di persone contando i target 12-19 e 5-11 anni, appena partiti; e arriva quasi a 2 includendo i bambini sotto 5 anni, unici esclusi dal piano.
Ad ogni modo le vacanze siciliane, almeno quelle scolastiche, non potranno durare oltre: siamo a tre settimane piene, il calendario scolastico s'è già accorciato e il governatore prega l’esecutivo affinché imponga lui stesso la dad. Il giallo sull’Isola, comunque, non durerà ancora molto: ci penserà il Covid tra un paio di settimane a colorarla tutta d’arancione entro gennaio, e a concedere anche ai presidenti di Regione il potere di ordinare le lezioni a distanza. Ma potrebbe essere troppo tardi. Del resto, è meglio una didattica in presenza col fiato sospeso dentro la mascherina o una più serena dad a casa? Anche le università siciliane hanno adottato gli esami online, mentre l'Ordine nazionale dei medici ha proposto uno stop di 15 giorni da recuperare a fine giugno, rimasto lettera morta.