Marzamemi, Pachino - Prenota una casa vacanze a Marzamemi sul sito internet Airbnb, parla con il proprietario, versa la somma prestabilita (120 euro) e parte per godersi due giorni di vacanza, nel periodo più “in” dell’estate: Ferragosto. Ma quando arriva a destinazione, dell’abitazione non c’è fisicamente traccia. E’ successo nell’estate del 2017 ma - con i tempi della nostra giustizia - solo adesso il proprietario dell’appartamento fantasma, Luigi B., è finito a processo per truffa. La vittima è Laura, una 34enne di Roma. Qualche giorno dopo la prenotazione, viene contattata dall’uomo che le propone una formula di pagamento diversa da quella prevista dal sito, versando cioè l’intero ammontare su un conto esterno e bypassando così la tassa della piattaforma. Le detta quindi le coordinate bancarie, garantendole che non considererà altri affittuari che nel frattempo dovessero farsi vivi online per l’alloggio.
Convinta dal prezzo vantaggioso e dalle belle immagini viste in Rete, la vittima non sospetta nulla e paga. Dopo il lungo viaggio dalla capitale, in auto e in traghetto, la tremenda sorpresa in via Emanuele Marsilla, dove non c’era mai stata alcuna casa corrispondente alle foto viste su internet. Al cellulare del finto proprietario, ovviamente, non risponde più nessuno e alla giovane non resta che denunciare tutto alle forze dell’ordine. Proprio dal web la polizia è riuscita a risalire al delinquente siracusano, già pregiudicato per lo stesso tipo di raggiri. Solo dal 2022, specialmente per le mete turistiche più gettonate come la Sicilia, sono state più di 350 le truffe denunciate: sono cresciute a tal punto da spingere Airbnb a indire una campagna di prevenzione in cui si elencano i comportamenti da adottare, per non finire gabbati dagli imbroglioni digitali.
