Ragusa - Niente di nuovo a Mezzogiorno: sempre meno popolati il Sud e la Sicilia, dove i residenti diminuiscono rispettivamente dell'1,9% e del 2,3%. Emerge dal censimento permanente dell'Istat, che fotografa ogni anno la situazione demografica in Italia. Sono esattamente 127.614 gli abitanti che hanno lasciato l’Isola per trasferirsi altrove. I numeri fanno riferimento però al 2019, quando il Coronavirus non c'era e non tengono ancora conto del fenomeno “south working”: sarebbero circa 45mila i meridionali, dipendenti e liberi professionisti, che nel 2020 si sono spostati dal Nord per lavorare da remoto nelle loro città natali, dove la vita è meno cara e l’aria più salubre, anche a costo di qualche servizio in meno.
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Nonostante gli addii la Sicilia resta nella Top5 delle regioni dove si concentra oltre la metà dell’intera popolazione italiana: Lombardia (16,8%), Veneto (8,2%), Lazio (9,7%), Campania (9,6%) e appunto Sicilia (8,2%). Pesanti le perdite anche in Puglia e Calabria, mentre Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna – almeno fino a 12 mesi fa – hanno continuato a incassare residenti con cifre a tre zeri. L’Isola ha il primato nazionale della disoccupazione: lavora solo il 34,9% dei cittadini e quanto al tasso di occupazione femminile (25,3%), solo Calabria (28,4%), Puglia (28,1%) e Campania (26,6%), sono messe peggio, con Caltanissetta (22,3%) e Agrigento (23,3%) maglie nere tra i comuni.