Attualità
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09/09/2021 18:05

Covid, calano i contagi: provincia di Ragusa a 170 nuovi casi settimanali

Resta il gap tra Isola e resto del Paese, troppo pochi vaccinati a ciclo completo per raggiungere l’immunità

di Redazione

Covid, calano i contagi: provincia di Ragusa a 170 nuovi casi settimanali
Covid, calano i contagi: provincia di Ragusa a 170 nuovi casi settimanali

 Ragusa  – Dall’1 al 7 settembre in Italia, rispetto alla settimana precedente, si è registrato per la prima volta dopo 9 settimane consecutive di aumento, una diminuzione del 12,5% dei nuovi contagi Covid (39.511 rispetto a 45.134). Scendono anche i casi attualmente positivi e le persone in isolamento. La Fondazione Gimbe rileva invece un lieve aumento di ricoveri e terapie intensive, che fisiologicamente seguono le infezioni; e di decessi – sebbene ormai puntualmente “recuperati” dal passato, non solo in Sicilia – che rende impossibile aggiornare un calcolo esatto del tasso di letalità del virus.

Il trend nazionale al ribasso riguarda anche l’Isola, che parte però da numeri maggiori e conta ancora 6 tra le prime 7 province italiane oltre 150 casi settimanali per 100mila abitanti: Siracusa (231), Messina (189), Ragusa (170), Trapani (170), Catania (165) e Caltanissetta (159). Solo Prato, in Toscana (164), si avvicina a queste cifre. Anche sui livelli ospedalieri resta lo scarto: 23% di ricoveri ordinari e 13% di rianimazioni per la Sicilia, contro la media italiana del 7 e 6%.

La spina nel fianco sono i vaccini: sempre secondo il Gimbe in Sicilia “non ci sono i presupposti per arrivare all’immunità di gregge”  finché i vaccinati a ciclo competo resteranno al 58,6%, quando ce ne vorrebbe il 70-80% per toccare meta. Il resto della penisola viaggia alla media al 66%. I dati vedono l’Isola ultima in classifica nella fascia più a rischio degli over 50, nonostante la statistica comprovi che – in ogni fascia d’età – la doppia dose riduca il contagio del 76-80%, l’ospedalizzazione dell’89-95%, la terapia intensiva del 93,4-96,5% e la morte del 93-100%. Non va meglio nel target 12-19 anni, che tra una settimana torna tra i banchi di scuola: il 45% non ha ancora ricevuto una iniezione, contro una media nazionale del 37%.