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Dolce & Gabbana & Sicilia, 10 anni dopo: cosa resta dello show

Quattro giorni per capire le tradizioni artigianali dell’Isola e l’influenza avuta su ogni forma di arte

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 Siracusa - «L’Italia, senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna. È in Sicilia che si trova la chiave di tutto. […] La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte, l’unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra. […] Chi li ha visti una sola volta, li possederà per tutta la vita». Così Goethe nel Viaggio in Italia, scritto tra il 1813 e il 1817, forse la più importante e suggestiva dichiarazione d’amore per il nostro Paese – e per l’Isola in particolare – di un autore tedesco. Non tutti, oggi come due secoli fa, hanno la fortuna di assaporare questa regione nella sua essenza. Sicuramente è capitato agli ospiti, arrivati da tutto il mondo per la grande festa ideata da Domenico Dolce e Stefano Gabbana per i 10 anni dal debutto nel fashion business.

Pezzi unici che per qualunque maison, almeno idealmente, rappresentano la massima espressione di creatività e artigianalità. Per quella prima volta, nel 2012, i due stilisti non smentirono la vocazione a fare a modo loro, unendo ragione e cuore, senza seguire (o copiare) l’esempio di altre maison: non chiesero ospitalità a Parigi, dove due volte all’anno ci sono le sfilate di haute couture, né a Roma, bensì scelsero proprio la Sicilia, allestendo lo show a Taormina. Nel 2022 hanno scelto Siracusa e Marzamemi: l’alta moda (abiti e accessori da donna) ha sfilato al calar della sera nella piazza del Duomo dell’isola di Ortigia, l’alta sartoria (per gli uomini) nella vicina Marzamemi. Lunedì scorso i quattro giorni di eventi si sono chiusi con una festa nella festa al Castello Maniace.

Lunghissimo l’elenco di attrici e cantanti, da Sharon Stone a Monica Bellucci e Mariah Carey con appena una “spruzzata” di uomini, come l’attaccante del Bayern Monaco Robert Lewandowski. Non modelle o celebrity per una sera o magari per una stagione, bensì donne dalla forte personalità, a loro volta fuori dagli schemi, che – non a caso – hanno rapporti di lunghissima data con la coppia di imprenditori. Ortigia e Marzamemi sono palcoscenici della storia e della cultura ma Dolce&Gabbana sono riusciti, con gli spettacolari allestimenti serali, a renderli ancora più teatrali. Difficilmente, come sosteneva Goethe, chi ha partecipato agli eventi dimenticherà le sfilate, gli abiti e accessori in sé.

Avrà percepito creatività, il saper fare artigianale, la capacità di trovare infiniti e sempre nuovi legami tra il passato più o meno lontano e glorioso della Sicilia e un presente universale. D&G è tra le pochissime aziende italiane della moda con fatturato ben superiore al miliardo che non ha ceduto alle lusinghe dei grandi gruppi o di soci esterni. Sartoria ma anche gioielleria: collane, anelli, bracciali, orecchini già presentati l’anno scorso a Venezia, a Palazzo Ducale, ma la scelta per il lungo week end siciliano è stata ancor più suggestiva. Su tutte, la location geniale della Grotta dei Cordari (non sfugga il legame con la tradizione tessile, che è sempre specchio di una società) così chiamata perché a partire dal XVII secolo alcuni artigiani lavoravano al suo interno la canapa e producevano corde di ogni tipo, favoriti dalla naturale umidità. 


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