I giudici hanno stabilito che i soldati facciano le tende, ma adesso chi paga la bonifica della riserva?
di Redazione

Agrigento – Per la prima volta in 63 anni non risuonerà l’eco di colpi di pistola o raffiche di fucile a Punta Bianca. Per ordine del tribunale, lì l’esercito – nonostante il pre allarme per la guerra in Ucraina – non potrà più esercitarsi a sparare. Sono già troppi i danni ambientali provocati da decenni di proiettili che solcano l’aria e ordigni che esplodono devastando l’ambiente, contaminando terreni, inquinando l’ecosistema. Adesso, infatti, sarà necessaria una bonifica dell’area dove fino a qualche giorno fa, come vediamo nel video allegato in fondo, venivano addirittura sversati illecitamente frigoriferi e altri elettrodomestici, riducendola a discarica all’aperto.
Lo aveva stabilito – senza che mai alcun provvedimento fosse adottato al riguardo – la commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito, che pur escludendo la presenza della letale sostanza aveva accertato pericolosi accumuli di piombo nel suolo. “È sostanza velenosissima che, come tutti i metalli pesanti, è altamente tossica per flora e fauna locale e per l’ecosistema marino. La sua permanenza in acqua ad elevata salinità, lo degrada dissolvendolo: il piombo entra quindi nella catena alimentare, distribuendosi nei tessuti degli organismi della fauna ittica con destinazione terminale l’uomo. Questo causa una serie di danni agli organi, spesso irreversibili” spiegano gli attivisti dell’associazione Mareamico, da anni in testa alla crociata.
Qualcuno vuole che nell’elezione del sito ad riserva naturale ci sia stato di mezzo l’interessamento della showgirl Belen Rodriguez, ma in realtà sono stati loro, nell’ottobre scorso, a tentare di bloccare l’ennesima manovra militare, prima di essere mandati via dai soldati. Da allora la battaglia si è spostata in tribunale. Con un esposto alla procura agrigentina, gli ambientalisti hanno dimostrato insieme ai forestali la compromissione della zona, inquinata da metalli pesanti. E adesso chi ne paga la sanificazione? È il ministero della Difesa, secondo Mareamico, che deve farsi carico delle spese di operazioni “lunghe e costose” senza “scaricare sui cittadini siciliani il costo di uno scandalo durato sin troppo”. Un’altra “guerra”, ancora tutta da combattere.
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