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La suora siciliana che palleggia come Maradona, convocata da Dio

“Mens sana in corpore sano”, sport e fede in un volume fotografico



 Favara, Ag - “Stavo scattando con il drone a Segesta e c’erano due suore nell’inquadratura, quando mi sono avvicinato per chiedere se potevano spostarsi ho cominciato a chiacchierarci e gli ho raccontato che mi era venuta l’idea di fotografare donne e uomini di fede mentre praticano sport". Una sorella, suor Daniela, allora ha preso il pallone e ha iniziato a palleggiare come Maradona. Una sorella del loro convento, prima di prendere i voti, giocava a calcio in Serie B: tutto ha preso inizio da lei”. È partita così la mostra del fotografo Stefano Guindani intitolata “Mens sana in corpore sano”, finita in un libro edito da Sagep ed esposta al momento alla rinnovata Leica Gallery di Milano. “Il calcio mi ha salvato dall’individualismo e dall’egoismo – racconta la suora siciliana, che oggi a Gubbio ha fondato un Ordine composto da altre tre sportive religiose, chiamato Sorelle del Piccolo Testamento di San Francesco.  

“È uno sport di squadra dove occorre passarsi la palla - continua -, non sei nessuno se non tieni al resto della tua formazione. Mi ha insegnato la possibilità di fare insieme”. Fino a 19 anni ha giocato in Serie C a Favara, arrivando a sfiorare la convocazione in nazionale: “Eravamo allo stadio di Enna ed è arrivato il selezionatore - ricorda -, c’erano ragazze che giocavano in Serie A eppure noi della C, dal punto di vista tecnico, non avevamo nulla da invidiare. Sono stata scelta, ero pronta a giocare in Nazionale, ma poi ho capito che a partire da quel momento il gioco che tanto mi appassionava sarebbe diventato una professione, si cominciava a parlare di ingaggi e stipendi e io sentivo che dietro a una palla non ci poteva essere la pienezza della vita". E, prima della Nazionale, l’ha convocata Dio.


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