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Libro, “Prof, siamo riusciti a volare alto?”

Si intitola “Prof, siamo riusciti a volare alto?” (Distribuzione Amazon, 138 pagine, 12 euro) il libro dell'insegnante ragusana Maria Ottaviano.



Ragusa - Si intitola “Prof, siamo riusciti a volare alto?” (Distribuzione Amazon, 138 pagine, 12 euro) il libro dell'insegnante ragusana Maria Ottaviano.

La professoressa Ottaviano ha insegnato per molti anni nelle scuole medie della provincia di Ragusa. 

"Contiene i testi dei lavori teatrali realizzati negli anni con i miei allievi in scuole di periferia, di paesi di campagna e in centro città. In alcuni casi si è trattato di opere di autori noti - dai classici greci ai contemporanei – contestualizzati nei nostri giorni e nella nostra realtà; in altri, di lavori originali per le scuole elaborati insieme con mia sorella Rosina, docente a Milano e successivamente distaccata presso la Direzione Scolastica Regionale della Lombardia per le politiche didattiche integrative", racconta la prof. Maria Ottaviano. 

"La pubblicazione è nata dalla volontà di dare testimonianza del ruolo essenziale della scuola che deve essere sempre attenta e proattiva sulle tematiche più rilevanti (pace, guerra, emigrazione e integrazione, mafia, …) nonché nell’assunzione e nel rispetto dei Principi fondamentali della nostra Costituzione. In attesa di conoscere il recapito che vorrete cortesemente darmi per l’invio del volume, allego la copertina e l’introduzione che mi è piaciuto concludere con un richiamo a uno dei miei allievi, divenuto attore professionista (Giuseppe Spata, attualmente in sala nel ruolo di Rocco ne “L’arte della gioia”, diretto da Valeria Golino, tratto dal romanzo di Goliarda Sapienza)".

“Mi sono commossa – scrivo - quando, ormai in pensione, sono stata citata e ringraziata in diverse occasioni e su giornali nazionali da un mio ex alunno, Giuseppe Spata, divenuto attore professionista di successo. Peppino (così lo avevo sempre chiamato) a proposito della sua passione affermava: “Parlavo poco, e questo influiva negativamente sul mio rendimento scolastico. Quindi l’insegnante di italiano suggerì il teatro, per farmi interessare a qualcosa che non fosse solo starmene nel mio mondo. E così andai, svogliatamente, a fare questo corso di teatro”.

Aveva 11 anni e fu l’epifania, aggiunge l’intervistatore, e Peppino continua: “Oltre al divertimento, il teatro mi ha fatto vedere le cose da un altro punto di vista, mi ha fatto scoprire opere e tragedie che fino a quel momento per me erano solo una rottura di co...i impressionante. Mi ha fatto capire che potevo dare una verità personale a cose che mi erano sempre sembrate distanti. Mi ha chiamato in causa direttamente, mentre prima avevo un distacco da tutto quello che era scolastico”.


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