Attualità Roma

Margaret Spada, i tre giorni di coma e l'angoscia dei genitori. VIDEO con il racconto delle amiche

Margaret Spada, i genitori della ragazza morta per una rinoplastica: «Era il suo sogno e non lo ha realizzato»

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/16-11-2024/margaret-spada-i-tre-giorni-di-coma-e-l-angoscia-dei-genitori-500.jpg Margaret Spada, i tre giorni di coma e l'angoscia dei genitori


Roma - L’arrivo al Policlinico Tor Vergata poco dopo le 11.30, gli occhiali scuri per coprire le lacrime che scorrono ininterrottamente dal giorno della tragedia, il passo affaticato di chi non dorme da tempo. Giuseppe e Loredana Spada - i genitori di Agata Margaret, la 22enne morta il 7 novembre dopo un intervento al naso in uno studio medico di Roma - camminano mano nella mano per farsi forza. Si sorreggono a vicenda mentre varcano l’ingresso dell’ospedale dove è in corso l’autopsia sul corpo della figlia. Con loro c’è anche la sorella maggiore di Margaret, distrutta e sconvolta per la morte della «ragazza sempre sorridente», racconta chi la conosceva. Quel sorriso ora spento dopo che qualcosa è andato storto nella clinica del quartiere Eur dove la 22enne si era rivolta per sottoporsi a una correzione della punta del naso.

«Era il suo sogno e purtroppo non lo ha realizzato. Ora spettiamo di capire cosa sia successo», hanno detto i familiari augurandosi che «nessuno più possa essere vittima di quanto capitato a Margaret». Ieri mattina, ad accompagnare la famiglia Spada, c’era anche l’avvocato Alessandro Vinci, uno dei più cari amici di Giuseppe che, appena ha saputo della tragedia si è precipitato nella Capitale per offrire il suo supporto. Ora è lui a seguire la vicenda giudiziaria per i familiari della giovane che vogliono «verità e chiarezza». Vogliono sapere cosa sia accaduto in quella struttura di viale Cesare Pavese che è poi risultata sprovvista di autorizzazioni per quel tipo di intervento. Tesi smentita dai legali che assistono i due medici indagati per la morte della 22enne. 

A chiarire la dinamica sarà solo l’esito dell’autopsia che è stata svolta ieri al Policlinico Tor Vergata. Circa 4 ore di esame autoptico dal quale è emerso che la morte della ragazza sarebbe avvenuta per arresto cardiocircolatorio in un quadro ricollegabile «a sofferenza acuta» la cui origine dovrà essere accertata con gli esami tossicologici e istologici per capire cosa è stato somministrato prima e dopo il malore. Un risultato che ieri pomeriggio, uscendo dall’ospedale, l’avvocato Vinci non ha voluto commentare. «C’è ancora il massimo riserbo», ha ribadito il legale spiegando che nelle prossime settimane verranno fatti ulteriori approfondimenti. Settimane di straziante attesa che la famiglia Spada dovrà vivere per avere certezze. Perché al momento, l’unica certezza «è che Margaret non c’è più». Distrutti dal dolore, i familiari della giovane, resteranno ancora nella Capitale. Erano volati di corsa a Roma lo scorso 4 novembre, appena avevano saputo che l’operazione si era trasformata in tragedia.

Sono stati tre giorni a vegliare la ragazza all’ospedale Sant’Eugenio, ma non c’è stato nulla da fare. «Ora chiediamo che la magistratura faccia chiarezza perché nostra figlia merita la verità», ha detto subito dopo la tragedia il padre di Margaret, infermiere all’ospedale di Lentini, la città in provincia di Siracusa dove la 22enne viveva con la famiglia. Quella città dove la giovane tornerà. Ma non con le sue gambe come era previsto. Rientrerà dentro una bara. IL VIDEORACCONTO con le testimonianze delle amiche:


© Riproduzione riservata