Cronaca Roma

Margaret Spada, autopsia rivela: «L'intervento al naso era già iniziato quando si è sentita male»

L’attività da 15 anni operava ma non aveva le autorizzazioni della Regione. Mattarella: «Il web non è come il medico di fiducia»

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Roma - «Un quadro di sofferenza acuta» che l’ha portata prima in un coma irreversibile e poi alla morte per arresto cardiocircolatorio. E oltre al tipo di anestesia che le era stata somministrata, su cui sarà necessario aspettare l’esito degli esami tossicologici, l’intervento per la correzione della punta del naso era già iniziato dal momento che, in fase di autopsia, sono emersi degli elementi che lo lasciano ipotizzare e che andranno ora chiariti. Ha sofferto e molto, Margaret Spada, la giovane 22enne, originaria di Lentini in provincia di Siracusa, morta il sette novembre scorso all’ospedale Sant’Eugenio di Roma. Qui arrivò il pomeriggio del quattro novembre in condizioni disperate dopo aver sognato quell’intervento di correzione della punta del naso a cui si stava sottoponendo nello studio sprovvisto di autorizzazioni dei medici Marco e Marco Antonio Propocopio. Rispettivamente padre e figlio (che avrebbe dovuto portare a termine l’intervento da 2.800 euro) finiti sul registro degli indagati nell’inchiesta aperta dalla Procura di Roma per omicidio colposo. Le loro posizioni potrebbero aggravarsi anche a fronte delle prime verifiche su permessi e autorizzazioni compiute dalla Regione Lazio e trasmesse già agli inquirenti. La scelta dello studio a cui rivolgersi era stata fatta da Margaret su TikTok e, proprio su questo aspetto, è intervenuto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricordando che «bisogna evitare il rischio di affidarsi al web come fosse il medico di fiducia. Lo vediamo anche in questi giorni con conseguenze drammatiche». 

Ma intanto ieri, al policlinico universitario di Tor Vergata è stata eseguita, dal dottor Filippo Milano, l’autopsia sul corpo della vittima. Presenti oltre ai familiari della ragazza, i genitori Giuseppe e Loredana, i consulenti di parte anche per i due medici indagati. La Procura ha nominato un nuovo consulente, Mario Dauri, specialista in Anestesia e Rianimazione al policlinico di Tor Vergata e questo proprio per chiarire il tipo di sostanze e le possibili reazioni che hanno fatto sentire male la Spada all’inizio dell’intervento. Come detto, da una prima analisi risulterebbero degli elementi che lasciano ipotizzare come il collasso sia sopraggiunto mentre l’intervento stava iniziando. Eseguiti anche i prelievi dei liquidi e quelli necessari a ricostruire l’eziologia del fenomeno “scatenante” in un ambulatorio che, come ha accertato ieri la Regione Lazio, era sprovvisto di autorizzazioni. 

Nello specifico, in base anche a quanto ricostruito dagli uffici regionali e in base a quanto poi comunicato dal Governatore Francesco Rocca, nel 2008 lo studio Propocopio aveva ricevuto un’ispezione da parte nel Nas che aveva ravvisato la mancata autorizzazione e intimato l’interruzione dell’attività. L’anno seguente, ovvero nel 2009, i titolari avanzarono alla Regione richiesta di autorizzazione per medicina non invasiva. Questa autorizzazione non c’è e la Regione sta verificando ulteriormente i passaggi con l’Azienda sanitaria locale competente per territorio. Eppure lo studio Procopio promuoveva interventi di chirurgia estetica. Sul sito internet dell’ambulatorio oltre a contare l’équipe composta da ben «cinque chirurghi plastici, un otorino, un neurochirurgo e chirurgo vertebrale, due esperti di epitesi facciale, uno psicologo, due anestesisti, tre infermieri ed un ferrista» si possono visionare i trattamenti possibili. Non solo “punturine” o “filler” ma anche mastoplastica per esempio.

In base ad accertamenti amministrativi svolti lo scorso anno però, uno dei titolari era privo di specializzazione e non poteva effettuare interventi di chirurgia estetica/plastica non a scopo ricostruttivo. Margaret aveva fatto gli accertamenti prima dell’intervento e li aveva inviati su WhatsApp a Marco Antonio Procopio, a quanto ha raccontato il fidanzato. Per questo motivo il pm titolare delle indagini, Erminio Amelio, ha disposto il sequestro del cellulare della ragazza. Inoltre ieri il gip di Roma ha convalidato il sequestro preventivo dello studio per il «rischio di reiterazione del reato» e il pubblico ministero ha dato un nuovo mandato ai militari del Nas per un sopralluogo che accerti la presenza del defibrillatore all’interno o di medicinali per le emergenze, come il cortisone. Per quanto riguarda la documentazione dell’intervento, nulla è stato consegnato dai due indagati e nulla è stato trovato nello studio al momento del sequestro. Stessa sorte per i documenti contabili. Per l’avvocato che difende i due indagati, Domenico Oropallo, la spiegazione dell’assenza dei documenti dell’intervento sarebbe da ricercare nel fatto che «vengono compilati dopo l’intervento che non è stato eseguito a causa del malore».

Anche secondo una collaboratrice dello studio «l’intervento non è mai iniziato», al contrario di quanto emerso dai primi risultati dell’autopsia. Margaret non avrebbe firmato neanche un consenso informato prima di iniziare la procedura e avrebbe anche mangiato. «Ci auguriamo che nessuno più possa essere vittima di quanto capitato a nostra figlia», hanno dichiarato i genitori della 22enne, attraverso il loro legale, l’avvocato Alessandro Vinci.


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