Attualità Pachino

Pachino, in migliaia hanno salutato don Bruno Carbone

Tantissimi i fedeli arrivati a Pachino da tutti i comuni della diocesi, in particolare da Rosolini, dove don Bruno ha svolto il maggior tempo del suo servizio



Pachino -“La carità non avrà mai fine”, sembra il commento più bello della vita di don Bruno. È il riassunto della toccante omelia che il nostro Vescovo Salvatore, stamane, in una gremitissima piazza Vittorio Emanuele a Pachino, ha tenuto in occasione delle esequie dell’arciprete parroco don Bruno Carbone, alla presenza del presbiterio diocesano e dei vescovi figli della nostra Chiesa: Mons. Corrado Lorefice, Mons. Rosario Gisana e Mons. Angelo Giurdanella.

Tantissimi i fedeli arrivati a Pachino da tutti i comuni della diocesi, in particolare da Rosolini, dove don Bruno ha svolto il maggior tempo del suo servizio presbiterale. “Perdiamo un grande collaboratore - ha detto il Vescovo con un singhiozzo sottile e con le lacrime agli occhi - un grande fratello e amico, e la Chiesa di Noto da oggi è più povera. Lo dicono i fatti e lo dice la vostra amabile presenza, qui, oggi”.

Molti messaggi e interventi di cordoglio sono stati manifestati al caro don Bruno, da parte di istituzioni religiose e civili e di fedeli che lo hanno collaborato nel suo ministero nel corso di tutti questi anni. Mons. Rumeo, alla presenza di un popolo numeroso ma perfettamente calato in un silenzio orante, ha continuato: “Anche il Vangelo ci aiuta a scoprire che la sua strada ha parlato di vita, incarnando l’elenco delle Beatitudini che Gesù ci consegna. Di don Bruno possiamo dire che è stato povero, perché si è spogliato di tutto, mite, puro, misericordioso e ha portato sale lì dove arrivava. È stato luce perché camminando confortava, portando consigli sapienti. In un suo appunto, trovato in questi giorni sulla sua scrivania parrocchiale, a commento della liturgia della XXIV domenica del tempo ordinario scriveva: ‘nella predicazione di Gesù il perdono e l’amore non conoscono misura. Si ama e si perdona senza misura. È l’assenza del limite che rende il perdono forte e capace di sradicare il male alla radice. Il perdono, come l’amore, cambia il cuore rendendolo libero dal maligno e il male si guarda in faccia, lo si combatte solo con l’amore. Il termometro della nostra fede è perdonare sempre! Dobbiamo avere il coraggio di chiedere perdono a tutte quelle persone ferite dai nostri giudizi senza misericordia’. Un profondo testamento spirituale che don Bruno lascia a tutti noi”.

E ancora: “Don Bruno è stato anche dall’altra parte. Ha vissuto quella povertà estrema che è la malattia, ha saputo lottare, ha conservato la fede e non ha voluto abbandonare la comunità parrocchiale. Unito alla Passione di Cristo, affrontata nella forza della speranza cristiana, ha dato alla Chiesa di Noto una luminosa testimonianza nel tempo della sofferenza, portando resurrezione ovunque e abbandonandosi fiduciosamente alla misericordia di Dio e alla protezione materna di Maria Assunta in cielo e Scala del Paradiso”.

Per l’occasione, anche il simulacro della Vergine Assunta, patrona della Città, è stato esposto in piazza e ed stato portato in processione lungo il corteo funebre fino alla chiesa Madre dove, al termine della celebrazione, tra un applauso ininterrotto, sotto un cocente sole ottobrino, la comunità diocesana ha salutato questo figlio e padre per l’ultima volta! Custodiamo cara la testimonianza di vita di questo angelo che oggi viene accolto in paradiso - ha concluso il Vescovo Salvatore: “Un uomo vero che ha camminato in punta di piedi per le strade della nostra Chiesa sapendo condividere l’umanità con tutti! La sua vita è stata una grande scommessa e lui ha vinto, perché fidandosi di Dio, ha saputo giocare mettendosi a servizio di tutti ascoltando, pregando e agendo!”


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