Giudiziaria L'Aquila

Gli ultimi anni di Messina Denaro? In Calabria

Messina Denaro viveva in Calabria protetto dalla 'ndrangheta. «Si nascondeva in casolari fatiscenti»

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L'Aquila - Decine di lettere per ricucire un rapporto interrotto anni fa, quando Lorenza Alagna decise di lasciare la casa e la difficile famiglia paterna e andare a vivere a Londra. Un affronto mai perdonato dal padre naturale, il boss Matteo Messina Denaro che, da allora, con la figlia non ha più voluto avere a che fare. Ma l’arresto del padrino ha cambiato tutto. E la ragazza, nel frattempo tornata in Sicilia e diventata mamma, dopo la sua cattura l’ha cercato più volte. Gli ha scritto lunghe missive alle quali il boss ha risposto, poi l’ha voluto incontrare nel carcere de L’Aquila.

Da allora il capomafia e Lorenza, che probabilmente non aveva retto la convivenza con la madre e le sorelle del boss, non si sono più lasciati. Che i due non si siano mai visti durante gli anni della latitanza dell’ex primula rossa di Cosa nostra è tutto da accertare. Gli inquirenti, che non escludono affatto che padre e figlia abbiano potuto incontrarsi, stanno tentando di scoprirlo.

Mentre è ormai sicuro che Matteo Messina Denaro, prima di trasferirsi a Campobello di Mazara, il paese a otto chilometri da Castelvetrano in cui ha passato gli ultimi anni, abbia vissuto in Calabria. Gli anni calabresi, però, sarebbero assai diversi da quelli trascorsi, negli agi, in provincia di Trapani, dove il padrino è riuscito, pur sotto falso nome, a vivere un’esistenza quasi normale. E piuttosto ricorderebbero le difficili latitanze di capimafia storici come Bernardo Provenzano, costretto a nascondersi in fatiscenti casolari di campagna e a spostarsi continuamente.

Protetto dalle ‘ndrine locali, Messina Denaro, dunque, ha trovato rifugio tra Lamezia Terme e Cosenza, territori in cui avrebbe realizzato anche diversi affari: da quello dei traffici di droga in cui i clan locali hanno ormai conquistato un ruolo di primo piano, a progetti di realizzazione di un villaggio turistico e di impianti eolici, business sul quale Messina Denaro, attraverso l'imprenditore Vito Nicastri, avrebbe investito anche in Sicilia. Della esistenza calabrese del capomafia, che, secondo gli investigatori, avrebbe vissuto anche lunghi periodi all’estero, parlavano d’altronde anche i suoi.

Il 3 settembre del 2016. Nicola Accardo e Antonino Triolo, due mafiosi di Partanna, nel trapanese, non sapendo di essere intercettati rivelavano: «Dice che Matteo era in Calabria ed è tornato…». Il lavoro di ricostruzione dei 30 anni di vita alla macchia del boss, comunque, è solo all’inizio. E tra i capitoli tutti da scrivere c’è anche quello della convivenza con Laura Bonafede, la maestra figlia del capomafia di Campobello arrestata per favoreggiamento. È lei stessa, nei pizzini, a parlare della coabitazione con Matteo Messina Denaro pur non specificando dove sia avvenuta. Racconto confermato di fatto dal padrino che, in una lettera alla sorella, ha rivelato di aver cresciuto la figlia della insegnante, Martina, come fosse la propria.


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