Noto - Ancora nozze Vip a Noto, meta di tanti personaggi del mondo dello spettacolo per le vacanze e i momenti importanti.
Il centrocampista del Napoli e della nazionale belga Leander Dendoncker ha sposato a Noto, nella villa di Jacques Garcia, la bellissima Anna, figlia di David Steegen, a capo dell'agenzia di comunicazione della squadra di calcio dell'Anderlecht e di diversi club della serie A di volley belga.
Villa Elena, il gioiello neoclassico siciliano di Jacques Garcia
Villa Elena, gioiello neoclassico di Noto, è apparsa nella seconda stagione della serie TV The White Lotus. Jacques Garcia ha da tempo la stessa passione per la Sicilia, e ha costruito la sua Villa Elena sui resti di un monastero gesuita vicino a Noto.
La villa ha raggiunto una grande popolarità in tutto il mondo grazie alla serie TV americana The White Lotus, che per la sua seconda stagione è approdata sulle coste assolate della Sicilia dopo aver portato gli spettatori in viaggio alle Hawaii. I fatti ambientati in Sicilia hanno visto Tanya McQuoid, personaggio ricorrente interpretato da Jennifer Coolidge, fare il suo grande ritorno. Sposata con Greg, con il quale attracca al San Domenico Palace (hotel a cinque stelle targato Four Seasons che ha riaperto, in tutto il suo splendore, pochi mesi fa), Tanya incontra un’allegra banda di nottambuli. Quando il marito deve assentarsi per qualche giorno, l’ereditiera li segue nella loro villa a Palermo, fra notti folli, gite in yacht ed eventi mondani. La proprietà in questione, per l'appunto, è Villa Elena, il cui sontuoso sfarzo è stato rivelato durante le riprese della serie. Nel quinto episodio riconosciamo i colonnati e le sale per i ricevimenti – in particolare la sala verde in cui si possono ammirare gli squisiti decori del XVIII secolo, francesi e italiani. Particolarmente riconoscibile, il camino è realizzato in ceramica di Caltagirone, la più bella e antica ceramica siciliana.
«Questo libro (Jacques Garcia - Villa Elena - Un rêve sicilien di Alain Stella, pubblicato da Flammarion nel 2022, ndr) è un’ode alla Sicilia che amo attraverso Villa Elena, ma è soprattutto la storia delle radici dell’isola: l’antica Roma, l’arte musulmana, cristiana e spagnola». Ispirandosi alle decorazioni barocche dei palazzi Pallavicini Rospigliosi, Doria Pamphilj e Colonna a Roma, che tanto ama, ha ricreato da zero la fantasia di una residenza di duemila anni. «Ho acquistato pavimenti in pietra siciliani, i mobili sono del XVII o XVIII secolo e provengono dall’isola».
L’interno è sontuoso, quasi principesco, con tesori di marmo antico, arazzi e sedute italiane, oltre a souvenir e oggetti collezionati da Garcia negli anni. Come, sulla parete rivestita in broccato verde chiaro, una Maria Maddalena di Ingres; o intorno al letto a baldacchino, sedie in mogano firmate François-Honoré-Georges Jacob-Desmalter, appartenute a Murat. Ma è nella cappella che si trovano i veri tesori, dalla bassa pannellatura siciliana acquistata a Londra al tabernacolo in bronzo dorato scovato da un rigattiere a Noto.
Questo vecchio casale abbandonato, trecento metri a nord di Villa Elena, l’architetto l’ha trasformato nel sogno dei collezionisti, dove le sedie di Jean-Michel Frank si affiancano a due grandi gessi dello scultore Jean-Marie Baumel, con una cinquantina di ulivi in vista. «Il più giovane avrà 2.000 anni», dice ridendo. A sud-est di Villa Elena, un piccolo padiglione ispirato all’Hameau de la Reine di Versailles è sepolto da una fitta vegetazione sotto un frutteto terrazzato. «Non è solo una villa, è l’incontro tra i monasteri e il mare, è un monumento soprannaturale», conclude. Una cosa è certa: stimola l’immaginazione.