Bergamo- Paolo da ragazzo ha fatto una scelta tutta di cuore e passione e poco di ragione. Ad Avola solo nella sua mente un itinerario di successi era disegnato e a quel progetto ha dato alimento e completo compimento perché ben sapeva dove voleva arrivare. Ha intrapreso quella strada lontana da casa che conduce ad innumerevoli sacrifici e quella strada ha percorso con determinazione: quella del ciclismo per passione e per mestiere.
Il bello del ciclismo su strada, credo sia proprio la strada con tutta la ricchezza che porta con sé. Ricchezza sociale, culturale, sentimentale. Sulle strade del ciclismo presto Paolo ha capito, due punti sono di grande importanza. Alla partenza c’è un punto interrogativo, ed ogni arrivo un punto esclamativo. Ad ogni arrivo, qualsiasi esito avesse, Paolo sentiva il sacro fuoco della ripartenza, del bisogno della corsa.
È stato sempre un ciclista in vista fin da ragazzo e sempre vincete. Poi, nella massima categoria – dopo l’inevitabile apprendistato – è stato in squadre importantissime assecondando le necessità dei capitani e le volontà della squadra. Sempre ben voluto perché onesto lavoratore rispettoso degli incarichi, ha dovuto deporre le velleità di fare la corsa, per dedicarsi ad agevolare le vittorie di altri. Oggi ha avuto via libera ed ha eseguito un assolo notevole, ma già da ieri si era capito avrebbe fatto scintille.
Un umile e generoso gregario che vince, commuove sempre in maniera indicibile. Chi è conoscitore della bonomia di Paolo, non può che esserne felice ed orgoglioso.
La vita di Paolo è una geografia di storie, un collage di fatti, idee, di imprese e di sorprese; esperienze, quotidianità e cronaca, sport e vita. Se vincere non è tutto e perdere è niente, speriamo di vederlo ancora protagonista nell’ultima tappa di domani e poi al Tour de France
Complimenti Paolo, e … sempre in gamba!
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Il gregario
Filastrocca del gregario
corridore proletario,
che ai campioni di mestiere
deve far da cameriere,
e sul piatto, senza gloria,
serve loro la vittoria.
Al traguardo, quando arriva,
non ha applausi, non evviva.
Col salario che si piglia
fa campare la famiglia
e da vecchio poi si acquista
un negozio da ciclista
o un baretto, anche più spesso,
con la macchina per l'espresso.
di Gianni Rodari
filastrocche in cielo e in terra, 1960