Ragusa - La rivista Dissapore non ha dubbi: fra i migliori 25 ristoranti del 2016, molti posti sono da riservare a quelli iblei. Sono sei, infatti, i ristoranti della nostra provincia entrati a pieno titolo nella top twenty five stilata dalla nota rivista enogastronomica. Per capire questa speciale classifica, occorre tenere conto dei criteri di selezione adoperati dai critici: cucina, atmosfera, servizio, rapporto qualità-prezzo, coerenza.
Al 20esimo posto, troviamo “La Fenice”, a Ragusa, di Carlo Ruta: “Un ristorante d’albergo con qualcosa in più. A fare la differenza è l’attitudine all’accoglienza dimostrata da La Fenice, una stella Michelin. In particolare dal maître sommelier Marco Muriana, affidabile punto di riferimento della sala. Tra mise en place a volte stravaganti e sapori concentrati, i piatti dello chef Carlo Ruta sono piccoli manuali di tecnica culinaria. Pavimento in legno, divani in pelle e una sala circondata da grandi vetrate. Ambiente moderno non privo di un certo calore”.
Al 15esimo posto troviamo Votavota (Sampieri) di Causarano e Colombo: “Il Votavota è l’unico temporary restaurant di questa classifica. Luminoso chalet lungo il mare di Sampieri, struggente a fine stagione, è riuscito a imprimere un ricordo indelebile nei fortunati che l’hanno provato. Un’esperienza fugace durata 150 giorni, dal 4 giugno al 31 ottobre 2016 con Peppe Causarano e Antonio Colombo in cucina, bravi a impreziosire con spunti personali l’ottima cucina di pesce. Nonostante la giovane età i due chef hanno gestito il ristorante temporaneo intuendo le esigenze dei clienti, adattando le loro potenzialità pur di dare il meglio”.
Al 13esimo posto troviamo la Fattoria delle Torri (Modica) di Peppe Barone: “La Fattoria delle Torri era in origine un teatro nel centro di Modica. Una buona ristrutturazione ha regalato interni romantici piacevolmente sottolineati dalle linee squadrate dei divani verdi. Nella prima metà del 2016 la cucina è stata affidata al palermitano Ninni Radicini poi passato alla Locanda Gulfi. Adesso il patron Peppe Barone, che è stato maestro di tanti cuochi siciliani, si è di nuovo intestato la cucina con l’aiuto di due giovani allievi, Emilia Iacono e Gianluca Cataldi. Il pranzo è un viaggio attraverso la Sicilia: dalle campagne intorno a Modica alle ghiaie di Milazzo, fino alle dune di Santa Maria del Focallo”.
Al nono posto “Accursio” (Modica) di Accursio Craparo, la new entry nella guida Michelin di quest’anno. “Accursio Craparo avrà avuto i suoi buoni motivi per andarsene da La Gazza Ladra di Modica dopo aver conquistato la stella Michelin. Fatto sta che quel ristorante ora ha chiuso mentre Craparo si è ripreso la stella in un locale tutto suo. Dietro i modi cortesi e affabili deve nascondersi un carattere di ferro. Abbiamo già detto della predilezione per le presentazioni che non passano inosservate, quasi scultoree, come “il carciofo” e “la castagna”. Accursio – Modica. Legata alla terra l’ambientazione del ristorante, che riprende spesso i colori della natura, degli alberi e dei prati.
Terzo posto per Il Duomo (Ragusa Ibla), di Ciccio Sultano. “Ciccio Sultano è una divinità di Trinacria. Il migliore tra gli chef nella comunicazione, è diventato anche un abile imprenditore. Le sorti della gastronomia isolana sembrano essere nelle sue mani, come testimoniano i giovani chef che gli rendono omaggio con tanto di piatti dedicati. Nel suo ristorante, Il Duomo di Ragusa Ibla, lo incontrerete in ogni angolo: nello stile dandy dell’arredo, in quello da studioso della tradizione siciliana dei piatti, nella sua stessa firma sull’etichetta del vino. Un carattere istrionico e comunque divertente, completato dalla professionalità e cortesia del personale di sala con lo stile meravigliosamente teatrale del sommelier in grande evidenza. Quanto alla cucina, Sultano è ormai una specie di prestigiatore che presenta paccheri in piedi, gamberi in aria, ali che volano e nuvole che si sciolgono. Ricercatore mai stanco degli ingredienti più introvabili di tutta la Sicilia, affascina sia per la padronanza delle tecniche contemporanee che per la conoscenza del territorio. Occhio: pranzi e cene che lasciano satolli al limite dell’impegnativo”.
Al secondo posto (gradino più alto raggiunto dai ristoranti iblei), la “Locanda Don Serafino”, di Vincenzo Candiano. “Alla Locanda Don Serafino, ex stalla in pietra di Ragusa Ibla, l’approccio con la cucina siciliana è più semplice e immediato rispetto al Duomo di Ciccio Sultano. Una scelta che sulle prime potrebbe lasciarvi spiazzati, ma vi stiamo raccontando il caso in cui le cose semplici sono anche le migliori. Dei piatti istintivi e diretti, quasi fossero le portate di un pranzo domestico, stupisce la perfezione. Una ricerca precisa dei sapori desiderati che risultano quasi scolpiti. Un risultato eccezionale facilmente percepibile da chiunque, che nasconde tuttavia una padronanza del mestiere fuori dal comune. Merito di Vincenzo Candiano, tratti arabi e carattere orgoglioso, cauto e lungimirante. Chef in ascesa che nei dolci riesce addirittura a esaltarsi. I suoi sono probabilmente i migliori di tutta la Sicilia, e le proposte del menu ne fanno oggi il miglior pasticcere siciliano del 2016”.