Floresta - Mangiare divinamente, con autentici prodotti del territorio realizzati artigianalmente. Qui, siamo ben oltre il chilometro zero: siamo proprio sotto casa. Ritrovarsi a mangiare a Floresta e avere i Nebrodi nel piatto, ad un prezzo veramente competitivo, è un’esperienza enogastronomica unica, che bisogna fare almeno una volta nella vita. Floresta, comune più alto della Sicilia: 465 anime a 1275 metri sul livello del mare in provincia di Messina, circondato dai monti Nebrodi, immerso in una natura incontaminata e imperitura. E pazienza che vi fossero 14 gradi a Ferragosto e noi eravamo in moto e che i telefonini non prendevano (almeno, la Vodafone e la 3): ci ritorneremmo molto volentieri data la gentilezza, la bontà, la simpatia e la straordinaria esperienza enogastronomica vissuta. Abbiamo deciso di recarci a Floresta principalmente per assaggiare un prodotto molto rinomato: il castrato.
Per chi non lo sapesse il castrato è un agnellone di circa 15 kg che viene allevato nei pascoli incontaminati dei Nebrodi e poi cucinato alla griglia. Per farlo, abbiamo deciso di recarci alla Salumeria e Trattoria del Casale: un localino rustico, a conduzione familiare che ricorda più le baite del Trentino Alto Adige che non le nostre sicilianissime “putie”. Nel retro della salumeria, la trattoria che conta non più di 20 coperti e serve soltanto salumi, carne e formaggi prodotti dalla loro azienda. Il posto, dunque, è molto rustico, alla buona, ideale per chi vuole gustare una cucina non pretenziosa, del territorio, autentica. Ci servono per prima cosa degli antipasti della casa, costituiti da coppa, pancetta e salame di maialino nero. Inutile sottolineare la bontà e la freschezza dei prodotti.
A seguire, i formaggi: provola sfogliata, pecorino e l’immancabile ricotta al forno. Anche in questo caso, così come per i salumi, parliamo di prodotti realizzati dal salumificio e serviti direttamente ai clienti della trattoria. Si è proseguito poi con alcune verdure impanate, come i buonissimi fiori di zucca ripieni di formaggio e il tris di polpettine alla ricotta, agli spinaci e alla melanzana. Indimenticabili anche i fagiolini ripassati con aglio e olio: gustosi e semplici, le melanzane con pomodoro e mozzarella, farcite come una bruschetta, la ricotta a forno impanata. Come primo abbiamo assaggiato dell’ottima pasta fatta in casa con granella di pistacchio e pancetta che ci ha stupiti in quanto, di solito, la pasta al pistacchio risulta molto pesante e poco saporita e invece abbiamo dovuto ricrederci. Il secondo, poi, ci ha veramente deliziati: salsiccia di suino nero e castrato. La salsiccia era molto magra, condita con finocchietto e pepe, mentre il castrato è risultato essere talmente morbido da sciogliersi in bocca.
In genere, l’agnello ha un sapore di selvaggina e un odore piuttosto pungente che a molti non piace: in questo caso, non abbiamo avvertito nulla di tutto questo, il sapore dell’agnello era un retrogusto piacevole e ciò che invece si avverte al palato è la consistenza davvero morbida della carne. Per finire, ci hanno offerto dei buonissimi biscottini fatti in casa con mandorle e cacao e del liquore di nocciole. Il prezzo è stata la vera sorpresa: 28 euro a persona compresa acqua e vino locale. Ne è valsa la pena fare tanta strada.
Foto: Davide Modesto