Roma - Sordo. Fred Bongusto, al secolo Alfredo Antonio Carlo Buongusto (Campobasso, 1935), è morto stanotte alle 3,30.
Quello di «Una rotonda sul mare», «Spaghetti, pollo, insalatina e una...» era sparito dalle scene da anni. Colpito dalla peggior punizione per un cantante: la sordità. Nel corso dei questi decenni centinaia di coppie hanno confessato di essersi innamorate ballando guancia a guancia «Una Rotonda sul mare» cantata da Fred Bongusto, cantante e musicista romantico, stile da chansonnier la cui marcia in più rispetto, a coetanei come Nicola Arigliano, Teddy Reno, Emilio Pericoli e Peppino di Capri (una amicizia che portò anche ad una alleanza artistica) era il legame stilistico col Sudamerica che lo portò a collaborare con artisti del calibro Vinicius De Moraes, e Joao Gilberto.
Nel suo repertorio sussurrato e accattivante molti classici di Jobin e De Moraes come Garota di Ipanema, A Felicidade, Samba De Orfeo I suoi modelli artistici erano Gershwin, Luis Armstrong e Nat King Cole. Fu amico e collaborò anche col grande jazzista Chet Baker. Era da tempo malato. Ma ciò che più lo angustiava era la perdita quasi totale dell’udito. Bongusto (all’anagrafe Alfredo) era nato a Campobasso il 6 aprile 1935. Ha vissuto gran parte della sua vita, quando non era in tour, a Sant’angelo d’Ischia, solcando il mare col suo entrobordo Riva, un gioiello tutto di legno pregiato.
Inizia a suonare la chitarra in piccoli locali. Il debutto discografico avviene nel 1960. E degli anni Sessanta lui è rimasto il simbolo con brani come «Spaghetti a Detroit», Accarezzame, Frida, Malaga (incisa anche da Joao Gilberto). E poi colonne sonore di vari film come Matrimonio all’italiana, Malizia, Un dollaro bucato. Bongusto nella sua carriera ha frequentato molti generi musicali, sempre restando un italiano caldo e confidenziale. La sua versione di Guarda che Luna resta un capolavoro di classe e atmosfera. Tre settimane da raccontare è ancor oggi un simbolo dell’estate anni Settanta. I suoi dischi avevano copertine allusive non sempre... di Buon Gusto.
Fra i momenti migliori della sua carriera una alleanza artistica con l’amico-rivale Peppino di Capri nell’agosto 1995. Nello show, tenutosi proprio nel porto di Santangelo a Ischia, Bongusto dette fondo a tutto il suo vasto repertorio romantico: «Amore fermati» «Tre settimane da raccontare» (night patinato), «Sei bellissima»,«Indifferentemente». «Frida», «Non Dimenticar» e, in duetto con Di Capri «When I fall in love» di Nat King Cole, punto di riferimento comune dei duellanti.
Sempre nel 95 Bongusto incise a sorpresa un brano, scritto con Califano, che era una invettiva violentissima: contro i cantautori. Titolo «Ma dove sei...», che cominciava così «Un insulto lungo una vita, una maschera da poeta senza mai esserlo, hai parlato di cose serie, poi cantato le tue miserie tirate a lucido. E quanti calci alla buona fede di chi ancora ti ascolta e crede con la sua ingenuità. Generoso, ma solo a patto che un fotografo col suo scatto fissi la tua bontà... che fine hai fatto cantautore, non hai più niente da raccontare». E in una intervista al Corriere rincarò le dosi attaccando Guccini, Bob Dylan, ma soprattutto De Gregori: «Personalmente da musicista ho sempre considerato vergognoso il livello delle canzoni lanciate da questi signori. Prenda ad esempio uno dei più grandi successi di De Gregori, “Buonanotte Fiorellino”. E musicalmente banale, elementare. Un’offesa a chi come me ha vissuto per 30 anni di musica vera, quella che ha spessore, dura nei tempo e non ha bisogno di sponsor politici».