Scicli - Il cuore religioso di Scicli passa da piccole chiese rupestri, eremi lontani; e unisce il famoso complesso delle grotte di Chiafura e lo scenografico palazzo Mormino Penna su piazza Italia. Sesta edizione per Le Vie dei Tesori che quest’anno – da sabato 5 a domenica 20 ottobre – propone tre weekend a Scicli, sempre sabato e domenica, in stretta connessione con Ragusa con cui riesce sempre ad avviare progetti comuni.
Il programma
Si visiterà l’Eremo di San Guglielmo dove sono stati individuati il ritiro e il giaciglio dell’eremita, patrono di Scicli, e l’olmo che, vuole la leggenda, fu piantato dallo stesso santo. Tre le chiesette rupestri dell’itinerario: la “Scalilla”, costruita in una grotta ai piedi di San Matteo, una semplice facciata, un piccolo campanile inglobato e un finissimo portone policromo. È legata alla leggenda della Madonna della Catena che intervenne per salvare la vita di tre poveracci condannati ingiustamente. Poi la Madonna di Piedigrotta, ai piedi del Colle della Croce, di fronte al costone di Chiafura. Fondata nel 1630, grazie a donazioni di don Giuseppe Miccichè, è scavata nella roccia, e si entra da un piccolo portale. Inerpicandosi per le scalinate sul Colle, si raggiunge una piccola chiesa rupestre, legata al vicino convento francescano: visitando il Calvario si scoprono tracce delle pitture che un tempo rivestivano le pareti, con una predominanza di rosso, giallo e blu.
Nel quartiere san Giuseppe, ecco uno scrigno di sfarzosi stucchi rococò, nei colori oro, bianco e blu. Se invece si decide di salire gli stretti gradini che portano in cima alla torre campanaria di Santa Maria La Nova, si avrà un colpo d’occhio sulla cittadina. Si potrà anche ascoltare la storia del Convento del Rosario, da monastero domenicano a centro per giovani in difficoltà; o visitare un piccolo museo spontaneo, cresciuto dentro la chiesa di san Vito, dedicato alle “carcare”, le antiche fornaci. Affacciato su piazza Italia, il neoclassico Palazzo Mormino Penna con i suoi saloni dalle volte dipinte, non va assolutamente perso: è una delle residenze nobiliari più importanti e belle di Scicli, frutto di un rifacimento, e una successiva ristrutturazione, dell’antico Palazzo Grimaldi e del convento della Concezione con la chiesa. Senza contare che l’affaccio sulla piazza è straordinario. Si chiude con quel luogo fuori dal tempo che sono le grotte di Chiafura, le cavità abbarbicate al costone di San Matteo, abitate fino agli anni Sessanta. Nel 1959, ben dopo la guerra, Renato Guttuso, Carlo Levi, Pier Paolo Pasolini e la stampa internazionale ne raccontarono le condizioni invivibili, senza acqua corrente né luce: Chiafura e i suoi poverissimi abitanti finirono in Parlamento e fu varata la Legge Aldisio sull’edilizia popolare. Le cavità furono sfollate, ma visitarle oggi – ormai la zona è messa in sicurezza – è ancora un’esperienza, tra grotte abbandonate, il nerofumo dei bracieri, i ricoveri degli animali.
Una sola la passeggiata, la conduce Tanit Scicli nella prima domenica del festival (6 ottobre, alle 10.30): si seguirà il Cammino sacro dei santi patroni che pesca, sì, dal sentimento religioso, ma anche dalla terra, dalle cave che qui assumono una luce dorata. Alla scoperta di tutti i luoghi e le opere d’arte legate al culto dei due patroni, il Beato Guglielmo e la Madonna delle Milizie, fino ai simulacri protagonisti delle feste e dei cortei tradizionali. A cura di APS Tanit Scicli.