Enna

Lo scandalo della facoltà di medicina a Enna. Laurea rumena

L'idea di Mirello

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Enna - La prima facoltà straniera di medicina, con annessi gli ambitissimi corsi inaccessibili a molti nelle università italiane a causa di test molto difficili. "Che volete, sono fantasioso", gongola l'ex senatore Vladimiro "Mirello" Crisafulli, che tiene in mano la convenzione appena firmata a Palazzo d'Orleans tra l'assessorato Sanità e il rettore dell'ateneo statale della Romania Dunarea De Joso di Galati.

Ma come fa una Università straniera ad aprire una sede in Sicilia? L'escamotage si chiama "Fondazione Proserpina ", altra creatura di Crisafulli, che ne è amministratore delegato. Il presidente della Fondazione è l'ex preside della facoltà di Medicina di Palermo, Elio Adelfio Cardinale, già vicino al centrodestra, adesso con un piede in casa Renzi.

"Attiveremo due corsi di laurea, quello in Medicina e chirurgia e quello in Professioni sanitarie - dice Crisafulli - i locali sono stati messi a disposizione dall'ospedale di Enna. Altre aule ancora sono in costruzioni e 13 sono già state ultimate con i fondi dei rumeni, altre ancora le realizzeremo grazie alle tasse d'iscrizione".

Le tasse saranno, orientativamente, tra i 9 e i 10 mila euro per la facoltà di medicina, tra i 4 e i 5 mila per le professioni sanitarie: "È un costo più alto rispetto alle università italiane - dice l'ex senatore - ma il paragone deve essere fatto con quelle straniere, considerando anche le spese necessarie per studiare all'estero. Questa facoltà nasce proprio per evitare che i ragazzi vadano fuori".

In palio ci saranno 60 posti per medicina e 60 per professioni sanitarie, tra cui anche il corso in infermieristica.

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"Il titolo sarà riconosciuto perché la Romania ha la sua agenzia di valutazione accreditata con l'Ue - assicura Crisafulli - per accedere gli studenti dovranno seguire un nostro corso intensivo di dieci settimane e di lingua romena. Dopo potranno accedere ai test di ammissione seguendo i criteri delle università statali della Romania. I corsi di rumeno sono previsti per fine settembre, i test per novembre, in tempo per partire con l'anno accademico 2015-16". 

Sul piede di guerra anche la Conferenza dei rettori italiani. Il rettore di Catania, Giacomo Pignataro, chiede "chiarezza" al governatore Rosario Crocetta e ieri era assente alla firma della convenzione: "Ma come, quest'anno la Regione ha detto al ministero che aveva un fabbisogno di medici pari al 50 per cento rispetto allo scorso anno, facendoci tagliare il numero di posti da mettere in palio nelle nostre Scuole di medicina, e adesso autorizza altri 120 posti ai rumeni? - dice Pignataro - e poi, a che titolo questi studenti faranno il tirocinio nelle strutture sanitarie della Regione? E, ancora, questo titolo avrà lo stesso valore del nostro? Hanno avuto i pareri dei ministeri? Quando si parla di facoltà medicina occorre stare molto attenti e lo voglio dire chiaramente alla famiglie siciliane". 

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