Attualità Monterosso Almo

Calaforno, asini e cavalli dalla padella alla brace: scontro Lav-Regione

Schifani tace, nessun dietrofront dal dipartimento, e gli sfortunati equini rischiano di diventare salumi

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/13-10-2022/calaforno-asini-e-cavalli-dalla-padella-alla-brace-scontro-lav-regione-500.jpg Calaforno, asini e cavalli dalla padella alla brace: scontro Lav-Regione


 Monterosso Almo - Un anno fa erano scampati a un violento rogo che distrusse un’area naturale e uccise molti altri animali, ora rischiano di essere svenduti all’asta e finire al macello. Hanno conquistato anche le cronache nazionali le disavventure dei 6 asini e 19 cavalli tenuti allo stato semi-brado all’interno dell’azienda pilota regionale per l’allevamento dell’asino ragusano nel parco forestale di Calaforno, al confine tra i territori comunali di Giarratana e Monterosso Almo. Ieri ne ha parlato pure Il Fatto Quotidiano, in un articolo online in cui riporta l'appello lanciato in questi giorni, al neo governatore siciliano Renato Schifani, dalla Lega anti vivisezione.

“Il dipartimento Sviluppo rurale e territoriale della Regione - scrive la Lav - ne ha deciso l’alienazione, così come definito nel Programma degli interventi 2022, sia per ragioni economiche che per un diverso interesse verso il progetto di conservazione dell’asino ragusano. Nella migliore delle ipotesi" gli esemplari in questione "rischiano di essere svenduti e allontanati da relazioni affettive nei vari gruppi di specie, che verranno separati per finire presumibilmente in contesti ben diversi rispetto a quello attuale". Nella peggiore delle ipotesi, invece, saranno destinati alla produzione di alimenti "in quanto registrati come Dpa".

E "sappiamo per esperienza diretta - spiega l’associazione animalista - come a queste aste partecipino soprattutto commercianti e allevatori della filiera alimentare, interessati all’acquisto di animali per la macellazione". La responsabile area equidi Lav, Nadia Zurlo, si è rivolta direttamente al nuovo inquilino di Palazzo d’Orleans: “Presidente, chiediamo il suo urgente intervento per annullare l’asta pubblica, ridefinire il piano di interventi del parco, stanziare fondi necessari per il mantenimento in vita di questi animali e in ultimo adottare una moratoria delle nascite attraverso mezzi naturali, come la separazione dei maschi dalle femmine o attraverso la sterilizzazione dei maschi”.

Ed è appena arrivata la replica del Servizio 15 - Ufficio per il territorio di Ragusa del dipartimento regionale: «La finalità che si intende perseguire con la dismissione di animali - si legge nella relazione - è quella di spostare dal sito i capi che non sono conformi agli standard della razza o che possono generare, anche con un attento controllo, accoppiamenti non desiderati. Questa necessità è legata ad un progetto di miglioramento dell’allevamento stesso». Un intervento, dunque, di natura zootecnico-gestionale volto a preservare la razza autoctona dell’asino ragusana, esistente dal 1985, mantenuto in purezza e quindi allontanato dagli esemplari che non rispondono agli standard.

“I cavalli presenti nel demanio forestale - continua il testo - sono stati acquisiti negli anni senza una progettualità definita e lasciati riprodurre senza alcun obiettivo di miglioramento o prospettiva di utilizzo. Si ritiene opportuno destinarli altrove in quanto il mantenimento degli stessi non può essere giustificato dalle attività comprese nel Piano degli interventi di questo Ufficio, che prevede l’allevamento dell’asino al fine di conservare la razza in via di estinzione e farla conoscere al grande pubblico”.

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La destinazione d’uso delle bestie oggetto della cessione non rientra tra le competenze del dipartimento, intenzionato a procedere con un’asta pubblica aperta a tutti. Solo per quantificare il valore da assegnargli "è stato indicato il peso vivo dell’animale, quale indice di riferimento al fine di formulare l’offerta e non per indurre i compratori alla macellazione. Anche l’indicazione circa la Dpa - conclude la relazione - viene inserita solo in quanto uno degli aspetti qualificanti e non per altre ragioni".


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