Enna - Atterraggio con volo di Stato a Sigonella, quindi in elicottero a Enna e arrivo in Audi A8 all'Università. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al suo arrivo all’Università di Enna, per l’inaugurazione dell’anno accademico, è stato accolto da un lunghissimo applauso. Ad attendere il Capo dello Stato il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, il sindaco di Enna Maurizio Dipietro e il Rettore Giovanni Puglisi. Prevista l’esibizione della Fanfara del 12esimo reggimento dei carabinieri che eseguirà gli inni nazionale e dell’Unione Europea.
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La cerimonia, con l’introduzione del ministro dell’Università e della Ricerca Cristina Messa, si svolge nel laboratorio Leda del nuovo campus universitario Polo Scientifico e Tecnologico di Santa Panasia, a Enna Bassa. La ministra nel suo intervento ha sottolineato il ruolo di una università in un’area interna e l’esigenza di fare rete senza logiche concorrenziali. «Il Pnrr - ha detto Maria Cristina Messa - è uno strumento di ripartenza e innovazione, ma non si tratta solo di pensare progetti di ricerca, ma di coinvolgere competenze e conoscenze per il futuro dell’Italia. La ricerca buona sta alla base di tutto: sono tante le risorse in campo e occorre una nuova visione di sistema. Servono risorse, continuità, azione e politica».
«Negli ultimi anni - ha aggiunto - abbiamo assistito a cambiamenti significativi per gli Atenei, che oggi alla tradizionale funzione di didattica, di ricerca e di terza missione sono diventati anche molto altro. Sono comunità di riferimento, avamposti del futuro, incubatori locali capaci di incrementare il lavoro fatto a livello nazionale». Il rettore Giovanni Puglisi e il presidente dell’ateneo Cataldo Salerno hanno spiegato la scelta del luogo: non l’aula magna ma l'avveniristico laboratorio di ingegneria dove c’è il più grande simulatore sismico universitario al mondo.
«La Kore - ha detto Giovanni Puglisi - non è la quarta inutile università di Sicilia ma l’ambizione di essere la “Trento di Sicilia”» Sul palco anche Remon Karam, lo studente egiziano che da migrante è diventato rappresentante degli studenti: «Ho un sogno - ha detto tra gli applausi - avere qui il prossimo anno Patrick Zaki. Ringrazio l’Italia e gli italiani, quelli giusti che mi hanno accolto e aiutato, ma forse di più quelli meno giusti che mi hanno dato la grinta e la voglia di combattere per la libertà e l’uguaglianza. Ringrazio la mia Università, che, oltre ad essere un luogo di istruzione, ricerca ed inclusione, mi ha permesso di conoscere persone meravigliose che mi hanno accompagnato nella mia vita universitaria».