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Messina Denaro, la straordinaria intervista alla vicina di casa. VIDEO

La signora incredula offre col suo linguaggio, anche non verbale, uno spaccato sociale straordinario

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/19-01-2023/messina-denaro-la-straordinaria-intervista-alla-vicina-di-casa-500.jpg Messina Denaro, la straordinaria intervista alla vicina di casa


Trapani - Secondo covo di Matteo Messina Denaro. Parla la vicina di casa che vive proprio accanto all'appartamento in cui da ieri sono in corso le perquisizioni. 

  

Nel bunker il caveau con soldi, gioielli e carte

Al numero 32 di via Maggiore Toselli, c'è il rifugio blindato. Ci sono arrivati ieri a metà mattina i finanzieri del Gico, i super investigatori della Fiamme gialle. Ma a raccontare loro di quel nascondiglio non è stato l’ormai famoso Andrea Bonafede, il geometra che aveva venduto la sua identità al capo irriducibile di Cosa Nostra e che gli aveva giurato fedeltà. L’operazione è frutto di una confidenza segreta, non del pentimento dell’uomo che si era persino intestato una casa per ospitare il padrino e creare per lui una specie di pied-à-terre, dove in questi giorni sono spuntate fuori pure le tracce di una frequente attività sessuale.

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Ora l’attenzione degli investigatori si estende anche al secondo covo: un chilometro esatto di distanza, al piano terra di una palazzina in cui abitano i quattro componenti di una famiglia che qualche legame con la malavita organizzata l’aveva già avuto. Non è grande, ma per capire se c’era uno spazio più ampio sarà necessario usare una ruspa o almeno un martello pneumatico. Per ora il nascondiglio sembra limitato a una stanza di pochi metri quadri. All’interno non è stato trovato quasi nulla di compromettente, ma a distanza di 48 ore dall’arresto c’è stato di sicuro il tempo di ripulire tutto. Se Matteo Messina Denaro ha vissuto, dormito, mangiato o incontrato qualcuno all’interno di questa stanza nascosta dietro a un grande armadio lo sveleranno le tracce biologiche e le impronte digitali.

All’interno della palazzina individuata con molta precisione c’è qualcuno che ci abita e al momento in cui arrivano gli incappucciati delle Fiamme gialle sono tutti in casa: il capofamiglia, l’agricoltore settantaduenne Errico Risalvato, la moglie Mattia e la figlia Nicoletta. I finanzieri sanno già cosa cercano e in poco tempo lo trovano. Il nascondiglio che quasi certamente è stato sfruttato dallo stragista di Castelvetrano, in chissà quale periodo della sua interminabile fuga dalle manette e dalle condanne, si trova al piano terra. Oltre il portone marrone, che si trova alla sinistra dell’ingresso principale. L’edificio è su due piani, ma l’attenzione si concentra subito al piano terra. Verso quella stanza nel lato destro di una corte: apparentemente è vuota, c’è solo un armadio che copre praticamente tutto il muro. Dentro ci sono solo vestiti, ma svuotarlo non basta. Il segreto è nel fondo del mobile e i finanzieri non si fanno sfuggire questo dettaglio: il legno si muove, perché quella è una specie di anta scorrevole. E dietro ovviamente c’è qualcos’altro. Una porticina blindata e rigorosamente chiusa a doppia mandata. Le chiavi le consegna quasi subito ai militari Nicoletta Risalvato, la figlia del capo-famiglia che alcuni anni fa era finito (e poi era stato assolto) in un’inchiesta insieme a Matteo Messina Denaro. Quando si dice il caso...


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